Nell’immagine seguente vogliamo proporvi un raffronto tra il Vortice Polare a metà dicembre 2015 e il Vortice Polare nella prima decade di marzo. Si tratta delle anomalie delle altezze di geopotenziale alla quota isobarica di riferimento 10 hPa (circa 26 km).
A sinistra abbiamo il Vortice Polare nel momento di maggiore intensità, allorquando si stavano raggiungendo record di freddo alla quota di riferimento. Le conseguenze sul nostro tempo atmosferico sono state devastanti e forse è persino superfluo tornarci su. A destra, invece, osserviamo un Vortice Polare molto indebolito e diviso in due centri depressionari. L’affermazione di un’Alta Pressione Polare ha comportato l’inversione dei venti zonali.
Tutto ciò è imputabile all’improvviso riscaldamento stratosferico e possiamo dirvi che la temperatura a 10 hPa ha raggiunto valori record. Va detto che i termometri hanno raggiunto valori record anche in altri livelli stratosferici (sia sopra che sotto 10 hPa). Il riscaldamento è ben visibile dall’andamento delle temperature in stratosfera, con la linea rossa (rappresenta i valori della stagione 2015-2016) che si scosta sensibilmente dalla media di riferimento (nella figura successiva è la linea verde).
Quanto sta avvenendo in Europa, in termini d’inverno tardivo, è quasi sicuramente imputabile alle dinamiche descritte. La domanda che ci poniamo è la seguente: quali saranno le ripercussioni sull’andamento meteo climatico delle prossime settimane? Vedremo.