Martedì pomeriggio, ora GMT, il tifone Matsa era centrato sulla parte ovest del Mar delle Filippine. Centrato circa 475 miglia a sud di Okinawa e 565 miglia a sudest di Taipei, Taiwan, Matsa era accompagnato da venti sostenuti a 80 miglia orarie e si muoveva verso nordovest a 14 miglia orarie. Nel suo ulteriore movimento verso nord-nordovest, Matsa si è poi ulteriormente rinforzato, divenendo un tifone potente e pericoloso. Il bollettino emesso mercoledì 3 agosto indicava un passaggio ormai prossimo, tra la notte seguente e la giornata di giovedì, sulle isole Ryukyu centro-meridionali, con interessamento parziale anche di Taiwan. Successivamente la tempesta dovrebbe attraversare il Mar Cinese Orientale e andare a passare, a quel punto diretta verso nord, a breve distanza dalla costa (ancora non è chiaro se vi sarà “landfall”), interessando con i suoi forti venti e le piogge torrenziali aree densamente abitate, compresa quella di Shangai. Rispetto a quanto si prevedeva martedì, l’aggiornamento di mercoledì “vede” il tifone un po’ meno violento al momento in cui interesserà le coste cinesi, tuttavia l’allarme rimane.
Ancora piogge torrenziali sulle coste occidentali dell’India, affacciate sul Mare Arabico, nel weekend trascorso e nei primi giorni della settimana. Mumbai (Bombay), già alluvionata pochi giorni prima, è stata nuovamente inondata da 424 mm di pioggia caduti in 72 ore, tra sabato mattina e martedì mattina, ora locale. Nello stesso periodo di tempo, 274 mm sono stati registrati a Ratnagiri.
Intensi rovesci temporaleschi hanno investito l’isola giapponese di Shimono Shima, che si trova nello Stretto di Corea, a partire dalla notte di lunedì e per tutta la giornata seguente, martedì 2 agosto. A Izuhara sono caduti complessivamente 193 mm in 24 ore. Nello stesso periodo, registrati 270 mm a Jeonju, in Sud Corea
Il sud del Saskatchewan, in Canada, ha subito ancora una giornata di caldo anomalo lo scorso lunedì. La capitale della provincia, Regina, con i 35°C abbondanti di massima, ha fatto segnare un valore 11°C superiore a quello medio delle massime del periodo, solo 3°C più fredda rispetto ai 38°C, che rappresentano il record storico del 1 agosto. Vicino al confine con il Montana, Val Marie, dopo i 39.0°C di domenica, lunedì si è fermata a poco più di 37°C. Particolarmente alte anche le massime di Weyburn, Swift Current e Assiniboia, tutte comprese tra 36° e 37°C.
Temperature elevatissime, per la stagione, nel nord dell’Argentina e in Paraguay lo scorso martedì 2 agosto. Registrati in Argentina 34,3°C a Salta (media delle massime di agosto 21°C), 34,7°C a Jujuy (media 22°C), 33,1°C a Formosa (media 23°C), 32,4°C a Santiago del Estero (media 22°C), 32,0°C a Resistencia. In Paraguay 33,0°C ad Asuncion (media 23°C), 36,0°C a Mariscal Estigarribia (media 29°C). Approfondendo il dato di Salta, città ai piedi delle Ande, a 1215 m, vediamo che esso è stato ottenuto non in condizioni di zonda, il foehn andino, ma con vento da nordest a 15 km/h, molto secco, come dimostrato dal 13% di umidità relativa (dew point 2°C). Il radiosondaggio di Resistencia delle 12 GMT del 2 agosto registrava 19,4°C a 850 hpa (1509 m) e uno stratosferico -7,1°C a 500 hpa (5880 metri), valore assolutamente estivo, mentre in Argentina siamo nel cuore dell’inverno.