Festività della Liberazione che non delude le attese rispetto a quanto annunciato, con brusco calo termico e ritorno della neve tardiva su parte del Centro-Sud. La perturbazione e le correnti artiche stanno investendo più direttamente le regioni del medio-alto versante adriatico. Freddo in quota e forti precipitazioni hanno consentito alle nevicate di scendere temporaneamente a quote molto basse, durante i forti rovesci. Non solo neve in bassa montagna, ma anche ben al di sotto dei 1000 metri. La neve ha imbiancato fino attorno ai 700 metri su entroterra di Marche, Abruzzo e Molise, ma con fiocchi che occasionalmente si sono spinti fino a quote collinari, pur senza accumuli.
L’Aquila è apparsa fin dal primo mattino come una cartolina invernale: una fitta nevicata ha infatti imbiancato il capoluogo abruzzese, in particolare le zone alte. Si tratta di una delle nevicate più tardive in assoluto degli ultimi decenni: per ritrovare la neve copiosa in questi giorni all’Aquila, bisogna tornare indietro al 22-23 aprile del 1991. Ci sono vari precedenti di neve d’aprile all’Aquila, ma quasi sempre sono eventi che si sono verificati nella prima metà del mese: il 14 aprile 2001, per esempio, fu rinviata L’Aquila – Viterbese per neve. Tra l’altro i fiocchi in quel caso si spinsero fin verso la costa. La neve è caduta nelle ultime ore anche su Campobasso, ma qui con accumuli molto più lievi.