L’eterno Anticiclone, ci piace definirlo tale, inizierà a mostrarsi più vulnerabile nei prossimi giorni. E sarebbe anche ora! Abbiamo assolutamente necessità di piogge, di neve, di vento. Anche del freddo. E non del freddo da inversione, com’è stato finora, ma del freddo vero. Quello che viene da nord o da est, quello in grado di imbiancare i monti e perché no, anche le basse quote.
Ma lasciamo stare desideri e quant’altro. Ci accontentiamo, visto il periodo di “vacche magre”, di un cambio circolatorio emisferico. A tal proposito partiamo da un punto fermo: l’Anticiclone Scandinavo. Ormai non sembrano esserci dubbi circa il suo sviluppo: partirà una pulsazione d’aria calda subtropicale – innescata dallo sprofondamento di un ramo del Vortice Polare in Atlantico – e punterà dritto sul Nord Europa.
L’imposizione di un diktat altopressorio a quelle latitudini è indispensabile per due motivi: accrescere i disturbi al Vortice Polare e congelare la Siberia. Il gelo, quello vero, invaderà il comparto russo-siberiano e in seguito l’Europa orientale (dovrebbe giungere sin sui Balcani). Addirittura qualche modello tra i più autorevoli spinge il freddo fin sulle nostre regioni adriatiche… questo per dirvi che nulla, al momento, può essere dato per scontato.
Non meno importante è quel che accadrà a ovest. Qui stazionerà un enorme Vortice di Bassa Pressione – sempre ascrivibile al Vortice Polare – che potrebbe riportare le agognate perturbazioni atlantiche alle medie latitudini. E l’Italia? Beh, l’Italia si troverà tra due fuochi, in una sorta di limbo che lascia aperta la strada a varie soluzioni. L’importante è che la svolta ci sia, il resta non conta o conta poco.