Il mese di febbraio che ci siamo appena lasciati alle spalle è stato il secondo più caldo degli ultimi 200 anni, in linea con il resto dell’inverno che è stato indubbiamente eccezionalmente mite, ma si è distinto anche per l’eccezionale piovosità. L’ultimo trimestre è stato quindi straordinariamente anomalo, quasi come se l’inverno non si fosse mai realmente manifestato con i suoi veri connotati e avessimo vissuto una lunga scia dell’autunno. E’ arrivato quindi il momento di analizzare più nel dettaglio la stagione invernale nel suo complesso, sempre con l’ausilio della Banca dati climatologica dell’ISAC-CNR, che cura le serie storiche omologate dal 1800 a oggi per precipitazioni e temperature.
L’elemento di maggiore rilievo è legato al fatto che l’inverno è stato, con un’anomalia termica media nazionale di +1.8°C, il secondo più caldo da oltre 200 anni (nella mappa sotto i dettagli delle anomalie distribuite sul territorio). Solo l’inverno 2006-2007 (che però fu molto secco a differenza di quello di quest’anno) registrò uno scarto termico superiore dalla norma, pari a +2.02°C. Per quanto riguarda l’aspetto pluviometrico, si sono registrate anomalie meno estreme: lo scarto dalla norma di +62% fa classificare l’inverno 2013/2014 al 15esimo posto fra i più piovosi degli ultimi due secoli. Le piogge non sono state uniformemente abbondanti su tutta Italia, con il Nord a fare la parte del leone con anomalie fino a +200% rispetto alle medie.