Già la NOAA, qualche settimana fa, aveva fatto cenno all’aumento della temperatura superficiale e degli strati un po’ più profondi del Pacifico.
Dal mese di febbraio di quest anno si sono verificate due situazioni che facilitano il riscaldamento oceanico: i venti forti occidentali e un indebolimento degli alisei nel Pacifico tropicale. Ciò ha portato ad un riscaldamento significativo degli strati d’acqua subito sottostanti la superficie del Pacifico centrale, cioè in quell’area che viene considerata storicamente come il precursore della genesi de El Niño.
Secondo gli esperti del WMO, anche se non è possibile pronunciarsi con certezza sullo sviluppo del fenomeno, la perdurante debolezza degli alisei non farà altro che accrescere il riscaldamento delle acque oceaniche. E’ per questo che i modelli climatici, circa i 2/3, lo danno come probabile tra giugno e agosto. Sempre secondo quanto riferisce l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, se tali proiezioni trovassero riscontro si tratterebbe dell’episodio più intenso dal 1998 ad oggi.