La settimana che ci siamo appena lasciati alle spalle si era chiusa con una considerevole riscossa dell’anticiclone afro-mediterraneo, il quale aveva messo la freccia espandendosi con decisione verso le medie latitudini europee, con massimi barici addirittura a nord delle Alpi. Lo scenario sul Continente si è tuttavia velocemente modificato a causa dell’azione erosione di una nuova depressione britannica che, tramite il corridoio di correnti instabili sud-occidentali, ha costretto il cupolone anticiclonico ad arretrare verso sud.
Una serie d’impulsi perturbati si va dunque espandendo dalle Isole Britanniche verso la Francia, il Belgio ed i Paesi Bassi. Si è quindi modificato il percorso del flusso perturbato, negli scorsi giorni costretto a transitare su latitudini più alte, dalla Gran Bretagna verso la Penisola Scandinava. Il cedimento barico sta sortendo i suoi effetti anche su parte del Centro Europa, con la genesi di un serpentone temporalesco che altro non è se non la demarcazione fra il dominio anticiclonico, contraddistinto da un potenziale caldo-umido nei bassi strati, e le incombente infiltrazioni instabili di provenienza oceanica.
Poco o nulla, nel frattempo, è cambiato per quanto concerne l’Italia, anche se la linea di confluenza temporalesca sta ormai per interessare i settori alpini e, nella giornata di domani, avrà effetti anche a sud delle Alpi, quindi su parte delle nostre regioni settentrionali della Penisola. I temporali attualmente in atto, a nord della catena alpina, sono attesi in intensificazione col trascorrere della giornata, in quanto entrerà in gioco anche il contributo dell’azione solare diurna: fenomeni localmente severi sono attesi fra la Francia, la Germania, la Polonia e la Repubblica Ceca, zone ove avviene il contrasto netto fra masse d’aria diverse entro la cintura di correnti sud/occidentali in quota ove scorre un’avvezione molto umida nei bassi strati.