In gergo è chiamato Foehn, o favonio. Se preferite “vento di caduta”. Il senso letterale è un altro, ma basta per comprendere che si tratta di un vento mite, talvolta caldo: è il vento che favorisce i germogli.
Può anche accadere che non sia mite. Se è causato da masse d’aria molto fredda, allora può risultare freddo, fastidioso e incrementare quello che tecnicamente prende il nome di “Wind Chill”. Ovvero la sensazione di freddo percepita dal nostro organismo.
Era previsto ed è arrivato. Una massa d’aria fredda da nord si è addossata alle Alpi, mentre ad ovest è in atto una spinta anticiclonica. Le correnti si dispongono dai quadranti settentrionali, ma trovano nel loro cammino lo sbarramento alpino.
La massa d’aria si solleva, percorre i pendii sopravento e si condensa, determinando la genesi di nubi e precipitazioni. Arrivata in cima trova uno scivolo e si getta nell’altro versante, quello sottovento. Nella discesa si scalda, con un gradiente di 1°C ogni 100 m di quota. Il riscaldamento è spesso coadiuvato dall’attrito causato dalla compressione dell’aria. Raggiunge le valli e spesso le pianure. Ripulisce i cieli dalle nubi, determina lo scioglimento della neve a bassa quota e i tassi d’umidità calano drasticamente.
Spesso, quando si sente parlare di foehn, si pensa alle regioni Alpine. Sbagliato. Le correnti favoniche si manifestano ogni qualvolta c’è un massiccio montuoso ad ostacolare l’andamento delle correnti. Un altro esempio è la dorsale appenninica, che offre uno sbarramento ai venti di Libeccio. Succede allora che nel versante Adriatico scendano, dai crinali appenninici, correnti secche e miti. Salgono le temperature, i cieli divengono limpidi nelle coste.
Non è il caso di oggi. Oggi c’è il Foehn e le imponenti schiarite visibili al Nordovest si debbono a lui. Al vento di caduta. Pensate, su Torino e Milano la temperatura ha raggiunto i 14 gradi a metà mattina. E’ probabile che nelle prossime ore salga ancora di qualche grado.