Ormai dimenticato il caldo in Russia, anche sul cuore del Mediterraneo l’estate ha subito negli ultimissimi giorni un drastico stop, probabilmente definitivo. Eppure la settimana appena trascorsa era stata caratterizzata da un autentico stato di grazia dell’anticiclone sub-tropicale, responsabile di un’importante fase calda e siccitosa: quasi tutta l’Europa Centro-Meridionale ha risentito dell’influenza delle correnti calde, con temperature che in media sono risultate superiori alla norma stagionale fino a 4-5 gradi, specie sulle nazioni affacciate al Mediterraneo e sulle zone balcaniche. Discorso diverso per le Isole Britanniche, la Danimarca e la Penisola Scandinava, ove discese d’aria fredda hanno portato un trend termico persino al di sotto della norma.
L’aria fredda è poi scivolata repentinamente verso l’Italia: il nostro Paese, nella settimana ormai alle spalle, ha avuto comunque un periodo di caldo non certo trascurabile, specie sulle Venezie e sui versanti adriatici (questi ultimi hanno risentito della calura apportata dai venti di Garbino in discesa dai rilievi dell’Appennino). A livello d’estremi termici è andata certamente peggio alla Penisola Iberica e a talune aree meridionali della Francia: in queste zone si sono infatti localmente superati i 40 gradi, con valori che hanno persino toccato dei veri e propri record come è accaduto nella giornata di venerdì a Valencia e Barcellona.
L’inattaccabile anticiclone ha portato un’inevitabile fase siccitosa sulle nazioni mediterranee ed in parte sui Balcani, con stabilità talmente forte da inibire qualunque potenzialità temporalesca. Piogge anche localmente importanti hanno invece colpito le medie latitudini dell’Europa: questi settori rientravano, nonostante i valori termici oltre la norma, entro una fascia di confluenza di masse d’aria diverse fra quelle fresche di matrice atlantica e quella ben più calde convogliate dall’alta pressione mediterranea.