PROBLEMA DISGELO La neve, dopo essersi fatta attendere per tanto tempo, alla fine è giunta in gran quantità su gran parte della dorsale appenninica, ma anche su diverse zone pianeggianti e costiere. L’eccesso di neve ha creato elevatissimi disagi, che purtroppo rischiano di non essere affatto finiti. Ora il problema maggiore non è tanto quello di altra neve che possa accumularsi, quanto piuttosto al rischio di un rapido disgelo: si intuisce che una rapida fusione del manto bianco andrebbe all’improvviso a gonfiare i fiumi, che potrebbero eventualmente tracimare causando situazioni alluvionali. Non vogliamo allarmare nessuno, ma si tratta di un elemento da tenere in debita considerazione, con il graduale addolcimento del clima già avviatosi da qualche giorno.
A far paura non è tanto il rialzo termico, a meno che non sia particolarmente repentino, quanto il pericolo che possa cadere la pioggia, magari in modo consistente, sulle aree recentemente innevate. La pioggia sarebbe un’insidia non da poco, un’aggravante poiché andrebbe ad accelerare non poco lo scioglimento della neve alle medie e basse quote: considerando che in certe zone sono caduti metri di neve, appare evidente che per molti fiumi, canali e torrenti sarebbe difficile sopportare un carico d’acqua troppo ingente, dettato dalla somma di nuove precipitazioni e della neve in scioglimento. A tal riguardo, è bene scrutare con attenzione il peggioramento meteo atteso nel corso del week-end.
Fra domenica e lunedì una perturbazione entrerà sul Nord Italia e porterà precipitazioni sparse, più abbondanti tra il Basso Piemonte e l’Emilia Romagna. Questi fenomeni dovrebbero assumere in genere carattere nevoso fino a quote basse e localmente anche in pianura, eccezion fatta almeno in una prima fase per la porzione del territorio della Romagna che dovrebbe maggiormente risentire di un richiamo più mite tale da far aumentare lo zero termico fino attorno ai 1200-1300 metri. In questo caso, se le proiezioni dovessero avere conferma, c’è il rischio che possa piovere (sulla neve) fino a quote prossime ai 1000 metri. Il problema dovrebbe riguardare indubbiamente anche i settori marchigiani ed abruzzesi, con quota neve sopra i 1000 metri e, in caso di precipitazioni significative, il rischio di piene dei fiumi verso le coste adriatiche.