In queste ultime ore il perno della circolazione depressionaria, carica d’aria fredda d’origine artica, ha parzialmente abbandonato l’Italia per portarsi verso l’Europa Centro-Orientale. Come abbiamo già annunciato nel week-end, l’alimentazione del flusso artico, diretto responsabile del crudo inverno che ha assalito l’Ovest Europa, si è interrotto per la distensione di un anticiclone tra l’Islanda e la Russia occidentale, con i massimi barici collocati sulla Penisola Scandinava.
La circolazione artica a carattere freddo si è così isolata su parte dell’Europa Centro-Meridionale dopo essere stata sospinta fino alle latitudini mediterranee. Nel contempo, il blocco anticiclonico lungo i meridiani oceanici si è attenuato e ne stanno così approfittando le perturbazioni atlantiche per cercare di tornare ad infilarsi sul Mediterraneo e raggiungere il nostro Paese. Si tratta di fronti direttamente collegati all’azione del Vortice Canadese che, non trovando più significativa resistenza da parte dell’anticiclone oceanico, può attaccare il lato sud/occidentale europeo. La rotta meridionale delle perturbazioni dall’Atlantico è naturalmente una conseguenza della roccaforte anticiclonica che invece insiste a latitudini più elevate, tra Islanda e Penisola Scandinava, come possiamo ben apprezzare dalla recente foto istantanea ricavata dal satellite Meteosat.
Questo primo fronte perturbato, legato al vortice di bassa pressione ora sulle Baleari, aveva raggiunto ieri la Penisola Iberica, ove ha portato situazioni nevose fino a bassa quota, anche in zone tutt’altro che avvezze alle neve, per via della confluenza di queste masse d’aria più temperate con l’aria gelida che si era stabilita nei giorni precedenti. Ora è la volta dell’Italia, dove tuttavia l’irruzione artica del week-end sopraggiunta con effetti ben più modesti rispetto a quanto accaduto in Spagna e soprattutto in Francia. Sul nostro Paese l’ingresso artico è servito così principalmente a riportare le temperature su valori prossimi alle medie del periodo, dopo la fase tiepida dei giorni attorno all’Epifania. Il nuovo fronte non è tuttavia in grado di richiamare un flusso d’aria ben più mite e resiste pertanto, almeno in parte, l’eredità lasciata dall’irruzione artica: per questo motivo stiamo osservando delle nevicate fino a quote attorno ai 700-800 metri in Sardegna, l’area attualmente più colpita dal nuovo ingresso perturbato.