FURIA ANTICICLONICA Prima decade di aprile dalle parvenze estive o quasi su diverse aree dell’Europa Occidentale. Perché tutto questo? La presenza di un robusto anticiclone alimentato in questo frangente da una corposa risalita d’aria calda dalle latitudini sub-tropicale. Lasciando da parte il richiamo caldo nord-africano, va detto che le alte pressioni sull’Ovest Europa sono diventate molto ricorrenti già dalla seconda parte dell’inverno, insediandosi con forza e limitando da una parte le ingerenze atlantiche e dall’altra le discese artiche, costrette a scivolare perlopiù solo sui settori orientali del Continente.
Le caratteristiche di marzo sono state proprio quelle appena descritte, con un anticiclone quasi costantemente proteso a protezione di buona parte dell’Europa Centro-Occidentale: i massimi barici sono rimasti frequentemente dislocati sulle Isole Britanniche, dove l’anomalia appare massimale. Diversamente da quanto accade ora, una lacuna ciclonica ha invece dominato tra la Penisola Iberica, il Marocco ed il Mediterraneo Occidentale, dove pertanto il ruolo dell’anticiclone è stato ben più marginale. La mancanza di spinte calde sub-tropicali non ha pertanto conferito all’anticiclone particolari anomalie termiche, con temperature che, nell’ambito dell’intero mese, non si sono discostate dalla norma nemmeno sulle aree più direttamente interessate dall’alta pressione.
Questa forte anomalia anticiclonica a livello continentale ha determinato una siccità marzolina molto forte, analogamente a quanto già accaduto nella prima parte dell’inverno. Sul Mediterraneo Centro-Occidentale, interessato in modo più periferico e marginale dall’anticiclone, l’andamento delle precipitazioni è stato ben diverso: una lunga fase perturbata nella parte iniziale del mese, derivante da una circolazione ciclonica bloccata, è stata sufficiente per portare piogge in gran quantità e largamente superiori alle medie climatiche dell’intero mese.