Ferragosto 2010 è coinciso con un cambiamento determinante dei principali attori barici sullo scacchiere europeo: dopo diverse settimane si è infatti avuto uno sblocco, corrispondente in particolar modo con la dissoluzione del possente anticiclone rovente responsabile di una storica ondata di caldo in Russia.
In generale, la visuale d’insieme delle anomalie dell’ultima settimana, nelle giornate comprese fra il 15 ed il 21 agosto, ripercorre ancora grosso modo lo schema precedente che ha caratterizzato buona parte di luglio e la prima metà di agosto: il caldo maggiore si è concentrato nei Paesi dell’Est, mentre l’Europa Centro-Occidentale ha risentito di condizioni climatiche localmente più fresche della norma. La modifica riguarda l’entità delle anomalie, non più così drammaticamente eclatanti come nelle settimane passate proprio per via del raffreddamento progressivo avvenuto negli ultimi giorni.
Per comprendere l’entità del cambiamento avvenuto sul cuore della Russia Europea, basti citare Mosca: mercoledì 18 agosto è stata l’ultima giornata di grande caldo con ben 33 gradi, ma la temperatura scesa nella giornata successiva a 24 gradi, mentre il 20 agosto addirittura non si sono superati i 16 gradi. Nel complesso, comunque, il contesto climatico è stato più caldo della norma di 3-5 gradi: anomalie termiche positive letteralmente dimezzate.
In Italia, così come avvenuto nella prima metà del mese, ha dominato un clima relativamente fresco, sebbene nell’ultima settimana si sia esaltata la demarcazione termica fra il Nord ed il Sud, quest’ultimo alle prese con flussi caldi africani, peraltro segnale di una complessiva ripresa dell’estate avvenuta in questi ultimi giorni su tutto il territorio nazionale. Le precipitazioni più significative, nel corso dell’ultima settimana, si sono avute sul Nord Italia per via di una circolazione instabile che ha portato le situazioni perturbate peggiori sul Centro Europa, con altre piogge abbondanti e persino fenomeni un po’ estremi come i tornado, che hanno preso di mira soprattutto l’Ungheria.