ITALIA ASSETATA – L’estate 2012 passerà quasi certamente alla storia come la più calda di sempre dopo quella del 2003. Oltre al clima rovente, la vera eccezionalità di questa fase stagionale è legata alla siccità ed agli incendi, che non risparmiano quasi nessuna regione del nostro Paese (fra le zone più in ginocchio l’Emilia Romagna). I ripetuti anticicloni africani non hanno quasi dato mai tregua da inizio estate, impedendo quei brevi break temporaleschi che sarebbero stati benefici. Il danno alle coltivazioni risulta di oltre 1 miliardo di euro tanto che la Coldiretti ha richiesto lo stato di calamità in molte regioni per affrontare l’emergenza. I tagli ai raccolti vanno dal 20% del pomodoro, 30% per il mais fino al 40% per la soia, ma riduzioni sono previste per la barbabietola da zucchero con quasi il dimezzamento della produzione nelle regioni del Nord e per il girasole, fino al calo del 10-15% nella produzione di latte dovuto allo stress da caldo nelle mucche.
ANOMALIE DELL’ESTATE – Il predominio schiacciante degli anticicloni africani di quest’estate ha fatto mancare alcune circostante meteo che di norma si verificano nell’arco del trimestre estivo. A cosa ci riferiamo? Anzitutto ai classici temporali estivi, che si sviluppano con maggiore facilità in montagna per poi sconfinare anche in zone immediatamente limitrofe. In quest’estate 2012 i temporali sono stati la vera eccezione, soprattutto per quel che concerne le regioni interne del Centro-Sud, dove troppo forte è stata l’azione dell’anticiclone africano. L’altro elemento mancante sono stati i passaggi perturbati frontali, che ogni tanto riescono a sfondare sul Nord Italia: non si sono viste perturbazioni, ma solo fasi temporalesco che hanno portato così ad una distribuzione di precipitazioni altamente irregolare, completamente inutile per l’agricoltura che così soffre laddove una siccità così una prolungata non rappresenta certo la normalità.
PROSPETTIVE POCO ROSEE – Sono mancate le perturbazioni e non è venuta nemmeno la tipica burrasca agostana post-ferragosto, ma il problema viene ancora più da lontano con le scarse piogge dello scorso autunno-inverno: ecco i motivi per cui la siccità sta ora assumendo contorni piuttosto inquietanti. Le precipitazioni hanno interessato con una certa frequenza ed entità negli ultimi mesi solo le zone alpine, rimaste in una sorta di spartiacque fra l’aria africana e quella fresca ed instabile atlantica. Non si vedono al momento precipitazioni importanti e diffuse in arrivo sull’Italia, che possano risultare in grado di risolvere il problema della siccità. I temporali in arrivo porteranno benefici alla sete delle campagne solo a macchia di leopardo, senza peraltro escludere conseguenze anche più gravi, specie se accompagnati da grandinate. Considerando che potremmo dover fare i conti sempre più spesso con la siccità, sarebbero necessarie opere infrastrutturali, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto delle risorse idriche.