Il mese di giugno appena trascorso è stato decisamente atipico sulle Isole Britanniche, fra clima fresco e precipitazioni in genere al di sopra dei valori normali, soprattutto in Scozia. Ben più eccezionale era stata, con anomalie di carattere completamente opposto, la stagione primaverile. Sulla base dei dati stilati dal Met-Office, è stata in molte zone la primavera più secca dell’ultimo ventennio, dopo quella del 1990.
Se andiamo nel dettaglio delle varie zone, è interessante notare delle differenziazioni notevoli: il Galles e l’Inghilterra hanno risentito in modo maggiore della fase siccitosa, tanto che è caduta meno della metà delle precipitazioni che normalmente cadono nel trimestre primaverile. Il distretto dell’East Anglia (Inghilterra Orientale) è stato quello dove, nel corso della primavera, è piovuto meno in tutto il Regno Unito, con una media di appena 28,1 mm, che corrisponde al 20% delle precipitazioni attese su base climatologica.
Si tratta di un deficit pluviometrico da record, d’altronde limitando l’analisi solo a tutta l’Inghilterra Centro-Meridionale si è avuta la primavera più secca degli ultimi 100 anni, battendo il precedente record del 1996. Questa notevole mancanza di pioggia è stata però in parte colmata dai dati riguardanti la Scozia, unica zona dove ha piovuto più della norma climatologica, in quanto ha risentito più direttamente del passaggio dei sistemi perturbati atlantici.
Le stesse perturbazioni atlantiche sono poi salite alla ribalta ed hanno letteralmente dominato il mese di giugno: il vistoso cambiamento avvenuto lo notiamo in grande evidenza, se compariamo le anomalie bariche dei primi due mesi primaverili con quelle del giugno appena trascorso. L’ingombrante anticiclone, apparso persistente nella primavera, è stato letteralmente spodestato e negli ultimi 30 giorni si è avuto un predominio di situazioni depressionarie, tanto da far risultare la pressione in quota persino sotto la media.