L’aria artica di natura marittima, per la sua origine, si presenta gelida in quota, mentre non è mai apportatrice di condizioni di freddo rilevante nei bassi strati, se non quando accompagnata da precipitazioni costanti e consistenti. Il clima più rigido al suolo è invece determinato dalla cosiddetta aria continentale, quella che proviene dalle gelide steppe russo-siberiane rafforzando man mano le proprie caratteristiche di ondata di gelo pellicolare, che sta a significare come l’aria più gelida tenta a concentrarsi proprio negli strati più prossimi al suolo. Un evento di questo tipo si era avuto a metà Dicembre, con picchi di gelo addirittura storico.
Fatta questa doverosa premessa, vediamo di scovare le cause dell’evento nevoso che è saltato su gran parte della Val Padana centro-orientale. A dire il vero, la probabilità di neve era già completamente ridotta a zero per le zone costiere dell’Alto Adriatico, tuttavia i fenomeni nevosi hanno poi in gran parte risparmiato gran parte delle pianure, a parte fugaci fenomeni al primo mattino.
Le regioni settentrionali sono attraversate da una corrente da nord/est, che però è costituita solo in minima parte dall’aria artica (attenzione quindi, NON CONTINENTALE) addossata a nord delle Alpi, mentre per il resto vi è un apporto più umido nei bassi strati che il vortice ciclonico sull’Adriatico ha immesso dai quadranti sud/orientali. Questo flusso di correnti, pertanto, non chiaramente rigide nei bassi strati, ha portato persino degli aumenti termici in pianura, in quanto si sono rotte le precedenti inversioni termiche, senza che vi fosse presente nessun cuscinetto freddo degno di nota. In sostanza, si tratta di una massa d’aria non omogenea (parziale confluenza di masse d’aria diverse), che ha contribuito a rendere la colonna d’aria poco favorevole alle eventuali nevicate fino in pianura. Nella foto una visuale odierna di Bologna, non imbiancata come ci si attendeva.
Cosa poi altro è venuto a sfavore delle possibili nevicate? Di sicuro il nocciolo freddo in discesa dalla Francia sta compiendo una traiettoria più ad ovest rispetto a quanto si ipotizzava in precedenza e questo ha reso meno efficace e diretto il richiamo freddo da nord/est per la Val Padana. In sostanza, è molto scarso il richiamo dell’aria fredda in ingresso dal Continente Europeo, pertanto si sono avute le condizioni per un maggiore rimescolamento dell’aria, in assenza d’aria più fredda d’estrazione, almeno parzialmente, continentale.
La neve si è così concentrata solo sulle aree padane più occidentali, decisamente più avvezze alla neve per una conformazione orografica più favorevole che tende a custodire maggiormente il freddo. I venti orientali, peraltro, si trovano chiusi ad imbuto e costretti a risalire i contrafforti alpini occidentali, generando quindi quella situazione favorevole alle precipitazioni nevose in Piemonte e sulla Liguria. La vicinanza del vortice freddo favorirà ulteriormente i fenomeni su queste zone nelle prossime ore.