Nevica con temperature superiori agli 0°C. In questa fase dell’anno il tempo meteorologico è maggiormente instabile rispetto ai mesi dell’inverno.
Qualche settimana fa abbiamo visto i primi temporali della stagione temporalesca, dovuti ad infiltrazioni d’aria fredda d’origine artica, che generava una situazione di contrasto termico con l’aria più mite che era presente in Italia.
Temporali e grandine, rovesci di neve con temperature superiori agli 0°C hanno in comune la presenza di nubi a sviluppo verticale chiamate cumulonembi.
In questa stagione i cumulonembi sono causati dalle intrusioni d’aria fredda, che scalzando quella più calda ed umida preesistente, la costringono a salire velocemente in quota, raffreddandosi e condensandosi in umidità. Si formano i moti convettivi, ovvero rapide correnti che trasportano aria dal suolo fino ai confini della troposfera.
Le nubi cumuliformi sono delle autentiche montagne di vapore acqueo che possono raggiungere anche i 12.000 metri d’altezza, e dare origine a forti rovesci.
Nelle nubi sono presenti piccole fiocchi di neve, che vengono sballottati dentro e trascinati dalle forza delle correnti verso l’alto e il suolo.
Il fiocco di neve sopravvive anche quando la temperatura dell’aria è maggiore a 0°C, e riesce a raggiungere il suolo ma in condizioni di umidità dell’aria bassa.
Il fiocco di neve è costituito da una notevole percentuale d’aria inserita nelle cavità di aghi ghiaccio o microfiocchi che lo formano. Quando il fiocco scende verso il suolo e la temperatura è maggiore agli 0°C, il fiocco inizia a fondersi.
Il processo di fusione è lento quando la temperatura è di poco superiore agli 0°C e l’umidità è bassa.
Quando il fiocco è in caduta verso il suolo con umidità elevata, continua il processo di aggregazione di particelle di umidità. L’umidità maggiore a 0°C è formata di particelle liquide.
Quando l’aria è secca, ovvero con bassa umidità, la fase di aggregazione si interrompe ed il fiocco di neve cade al suolo relativamente intatto, ancora soffice e abbastanza asciutto se nel suo viaggio non si sono avute umidità e temperature dannose per la sua struttura.
Può nevicare a fiocchi con temperatura fino a circa +5°C al suolo, ma la neve sarà ormai prossima alla fusione e cadrà sotto forma di neve mista in pioggia.
Ben differente succede quando i fiocchi di neve, nella loro vita, hanno subito repentine variazioni a causa di forti correnti d’aria attive all’interno della nube. Succede che si sonoa attivati rapidi processi di fusione, congelamento e aggregamento del fiocco di neve.
Succede che il soffice fiocco di neve assume una forma sferica, che quando cade al suolo rimbalza. E’ divenuto gragnola, ovvero una forma di simil neve granulosa che non è vera neve, ma una versione di meteora che si viene trasformando in grandine.
La grandine mista a neve può scendere anche con temperature superiori ai +5°C e con umidità non bassissima, ovvero con dew point maggiore a 0°C.
Tuttavia, per avere neve o gragnola con temperature maggiori a 0°C, servono forte vento e soprattutto un punto di rugiada sotto gli 0°C presente dal suolo e per tutta la colonna d’aria, laddove inizia il processo di fusione del fiocco di neve per temperature maggiori a 0°C.
Se l’umidità è alta, esempio con +3°C e assenza di vento, potrebbe cadere solo pioggia, ed in presenza di meteore di una certa consistente, acqua contenente particelle quasi fuse di neve.
La neve che cade sopra gli 0°C appare bagnata, più pesante di quella che scende si manifesta con temperature sotto o su 0°C.
I processi di fusione alterano il fiocco di neve, che quando la temperatura è sotto gli 0°C, è costituito in prevalenza d’aria, mentre con temperature maggiori a 0°C inizia a bagnarsi di umidità.