La neve si è riappropriata in modo più ampio dei rilievi appenninici, anche se la difficoltà dell’aria fredda di penetrare verso sud denota situazioni certamente diversificate a seconda delle varie zone, con maggiore esposizione dei settori centro-settentrionali della dorsale appenninica esposti verso l’Adriatico. Le zone più fortunate, dove la neve cade più abbondante ed anche a quote basse, sono quelle dell’entroterra marchigiano-romagnolo e delle Marche.
Fiocca in maniera molto copiosa, localmente fino a quote pianeggianti o quasi, soprattutto sull’entroterra romagnolo, sul Montefeltro e sull’urbinate, zone che risentono dell’effetto stau. Qualche sconfinamento della neve si è avuto anche in pianura, mentre nessun candido fiocco è riuscito a toccare la costa, peraltro sfavorito dal disturbo legato ai sostenuti venti di Bora, che determinano un gradiente termico sfavorevole. D’altronde le abbondanti nevicate di dicembre erano avvenute senza l’azione diretta della Bora nei bassi strati.
Nelle ultime ore la neve si è propagata con maggiore decisione anche ai rilievi abruzzesi, dove risultano imbiancate le principali località poste attorno ai 600-700 metri d’altezza. Non mancano differenze fra zone anche piuttosto vicine, in quanto L’Aquila non ha finora granché beneficiato di apporti nevosi e a tratti ha persino piovuto.