Ancor più interessante è quel che sta accadendo in Russia. Noterete, in alto sull’angolo destro dell’immagine, della nuvolosità piuttosto vivace e mossa da un minimo ciclonico ubicato sull’Artico Russo. Le nubi sono ascrivibili al fronte freddo che si dirige rapidamente in direzione sud. Attraverso l’analisi delle temperature alla quota di riferimento degli 850 hPa (circa 1500 m di altitudine) scopriamo valori termici compresi tra i -5 e i -8°C. Ancor più ad est si scende sotto la soglia dei -10°C.
A questo punto è interessante comprendere come evolverà l’irruzione. Evitiamo di spingerci oltre le 72 ore, che rappresenterebbe un range temporale troppo ampio per trarre elementi evolutivi plausibili. Guardate la proiezione del modello GFS – su elaborazione dati del Centro di Calcolo del MTG – relativa alle ore 06Z del giorno 11 Novembre (venerdì). Si nota, chiaramente, come l’aria gelida si diriga sul Mar Nero dopo essersi incuneata al di sotto dell’Anticiclone Scandinavo.
E’ plausibile che la massa riesca ad espandersi sui Balcani e successivamente in Grecia, con parziale interessamento delle regioni italiane che si affacciano sull’Adriatico. Il nucleo d’aria gelida seguirà un moto retrogrado, ovvero si muoverà da est verso ovest – rammentiamo che nel nostro emisfero l’evoluzione naturale delle correnti prevede esattamente l’opposto – e potrebbe mutare di traiettoria da un momento all’altro. Riteniamo quindi sia necessario monitorare la situazione step by step, perché passibile di mutamenti dell’ultima ora.
Attraverso le ultime elaborazione modellistiche identifichiamo un afflusso d’aria fredda sin sulle nostre regioni. Possiamo dar credito ad una generale flessione termica, ma al momento la probabilità che il nucleo possa interessarci più direttamente è blanda.