Le prime due decadi di novembre hanno visto il caldo spadroneggiare su quasi tutta l’Europa e, in maniera ancor più anomala, sulla Russia e sulle zone limitrofe. Da una settimana a questa parte le cose sono radicalmente cambiate, in quanto il freddo artico, dopo essere rimasto per diverso tempo confinato alle latitudini scandinave, ha rotto gli indugi provando a conquistare l’intero Continente. Non certo un’impresa facile, peraltro riuscita solo in parte: l’analisi delle anomalie dell’ultima settimana mostra infatti un Continente spaccato fra il freddo che ha guadagnato molto spazio ad ovest ed il caldo che regge ancora sulle zone orientali, per la risalita costante di flussi sub-tropicali.
Lo scenario più gelido resta quello della Penisola Scandinavia, con anomalie negative pesanti che si protraggono ormai da inizio mese: si è così avuto un novembre rigido su tali zone, culminato con i valori molto bassi registrati negli ultimi giorni, fino a -25°C sulle zone interne meridionali fra Norvegia e Svezia, ma picchi di -35°C si sono toccati in Lapponia.
L’Italia si è venuta a trovare nel mezzo fra le due opposte circolazioni e, come spesso capita nelle zone di maggiore contrasto, non mancano affatto situazioni perturbate. Il maltempo l’ha infatti fatta da padrone con precipitazioni più significative sulle aree centro-meridionali tirreniche, mentre le prime deboli nevicate a bassa quota hanno fatto visita a qualche zona della Pianura Padana. Altre situazioni di notevole maltempo hanno coinvolto le nazioni dell’Ex Jugoslavia (con particolare riferimento alle zone costiere affacciate all’Adriatico), il Golfo di Biscaglia e i settori orientali del Regno Unito (date le temperature rigide, si è trattato di abbondanti nevicate).