Col passare dei giorni sembra prendere corpo l’interessantissima dinamica barica d’inizio ottobre: il passaggio – in men che non si dica – dal caldo anomalo all’invernata precoce. No, non stiamo esagerando. Certo, non dobbiamo immaginarci nevicate in pianura o chissà che, ma le temperature potrebbero letteralmente crollare al punto da costringerci a rispolverare i giubbini pesanti prima del previsto.
Il perché è presto detto: dopo la temporanea rimonta anticiclonica d’inizio mese, l’Alta Pressione porterà i suoi massimi sulla Penisola Iberica e da là si proietterà a nordest. Potrebbe raggiungere la Scandinavia, determinando lo scivolamento di masse d’aria fredda sull’Europa orientale. Qui arriverà l’inverno e sembrano esserci pochi dubbi. Al contempo si scaverà un vortice di Bassa Pressione (molto ampio) appena al di là dell’Adriatico e la rotazione ciclonica potrebbe scagliarci addosso freddi venti di Grecale e Tramontana.
Non solo. Potrebbe addirittura colpirci più direttamente qualora il moto retrogrado (est-ovest) dovesse andare in porto. Se così fosse si aprirebbe una crisi perturbata dal sapore invernale e sui nostri rilievi arriverebbero le prime interessanti nevicate stagionali. E non certo a quote proibitive.
L’andamento termico è ben rappresentato dai cosiddetti “spaghetti” (nello specifico quelli di Roma) o tecnicamente ENSEMBLE su base dati GFS (per approfondire l’argomento leggete QUI, dai quali si evince l’altalena termica suddetta:* sino al 4-5 ottobre temperature più alte della media, dal 7 ottobre brusca diminuzione* e addirittura potremmo arrivare a valori di 5-6°C alla quota isobarica di riferimento 850 hPa (corrispondente a circa 1500 metri sul livello del mare). Qualche “spaghetto” ci va giù più pesante, ipotizzando termiche addirittura inferiori! Insomma, una sorta di anticipo invernale in piena regola.