Ripercorrendo l’andamento meteo delle ultime settimane, questo turbolento mese di giugno ha avuto caratteristiche a tratti riconducibili più ai mesi d’aprile e maggio piuttosto che al primo mese d’estate. Le grandi alluvioni d’inizio mese in Europa, sebbene si tratti d’eventi accaduti altre volte in questo periodo, sono state il chiaro segnale di una notevole anomalia poi proseguita non solo sul Continente, ma anche sull’Italia. Mancano le alte pressioni e soprattutto l’anticiclone delle Azzorre incapace di distendersi verso il Mediterraneo, con anche l’Italia che si è trovata costantemente sulla traiettoria delle incursioni perturbate provenienti quasi sempre dal Nord Atlantico. Focalizzando l’attenzione sul nostro Paese, spicca la piovosità davvero eclatante registrata sulle regioni settentrionali, a fronte di uno Stivale spaccato in due con il caldo comparso al Sud: tali contrasti hanno ulteriormente esasperato i fenomeni estremi.
Da inizio giugno sembra diventato un appuntamento ormai fisso quello dei temporali quotidiani al Nord, anche in pianura. Temporali che si abbattono stile orologio svizzero nel tardo pomeriggio, tanto che su Facebook è stato coniato ironicamente l’evento “Pioggia delle 18.00 a Milano” con l’adesione di oltre 43 mila utenti. L’estate è stata solo un sogno in queste prime tre settimane di giugno almeno al Nord, con nubifragi e piogge. Attorno a Milano, le precipitazioni da inizio primavera ad oggi sono state quasi il doppio di quelle della media degli ultimi 15 anni. Ma è un clima davvero così anomalo? Giugno del genere si avevano più di frequente negli anni ’70-’80, ormai invece negli ultimi decenni siamo abituati alle esplosioni di caldo precoce. Il maltempo sulle coste, così come le mareggiate e l’acqua alta sulle spiagge e sulla Laguna Veneta, rappresentano tuttavia un evento alquanto estremo ed eccezionale.