Che sia il risultato della tremenda siccità che da mesi attanaglia le regioni Settentrionali, scusate il gioco di parole, non ci piove. Una siccità che analizzammo nel dettaglio in un articolo pubblicato di recente, che perdura dal termine dell’Estate scorsa. Troppo poche le precipitazioni per far sì che la vegetazione non subisse il contraccolpo. Le piante, in mancanza d’acqua, chiudono gli stomi e non traspirano. O traspirano giusto l’essenziale per la loro sopravvivenza. Detto in parole povere, si seccano.
Le statistiche del Corpo Forestale dello Stato ci dicono che durante i mesi di Gennaio e Febbraio non sono infrequenti gli incendi che devastano ampi territori del Nord Italia. Due mesi ben noti a chi si occupa di meteorologia per essere troppo spesso avari di piogge e nevicate. Si pensi alle “secche di Gennaio”, ovvero dei giorni del mese scorso che statistica vuole siano dominati dall’Alta Pressione. Un tempo, prima che il clima mutasse, era l’Anticiclone delle Azzorre che veniva in visita per giorni.
Oggi, invece, dell’Alta delle Azzorre se ne farebbe volentieri a meno. Sì, perché è dallo scorso Ottobre che bene o male invade la parte Centro Settentrionale del nostro Paese confinando le precipitazioni più a sud. Inevitabile, quindi, che l’estrema siccità che ancora persiste fornisca un incentivo allo sviluppo di tremendi incendi laddove la vegetazione è più suscettibile.
La Liguria è una delle regioni che più soffre della piaga degli incendi invernali. Dopo il rogo che si sviluppo’ nelle festività Natalizie e che tenne impegnate le squadre di soccorso per alcuni giorni, da ieri sera si è sviluppato un incendio nelle alture ad ovest di Genova. Il fronte è lungo 3 chilometri, da Vesima, Camponave, Crevari e Voltri. Un altro incendio, sviluppatosi a quanto pare per colpa di un contadinoche bruciava le sterpaglie, ha messo in serio pericolo alcune abitazioni nel comune di Ceranesi, in Valpolcevera.
Nella zona operano alacremente i Vigili del Fuoco, gli uomini del Corpo Forestale dello Stato, i volontari, due aerei Canadair e un elicottero F64 che ha una portata di 10 mila litri d’acqua. La colonna di fumo sta causando alcuni problemi alla circolazione, tant’è che persino il tratto autostradale A10 tra Arenzano e il bivio per Milano è stato chiuso per 7 ore prima che potesse essere riaperto al traffico stamane all’alba. Sempre stamane è stato segnalato un altro rogo al passo del Faiallo, ma che al momento non sembra destare particolare preoccupazione.