Febbraio si è ormai concluso e, in attesa di bilanci più approfonditi, possiamo certamente dire che gli accadimenti dell’ultima settimana (periodo compreso fra il 20 ed il 26 febbraio) hanno seguito il trend ormai stabile da quasi 20 giorni, tranne piccole variazioni. In sostanza, il grande gelo è rimasto il vero protagonista delle vicende continentali, con temperature ancora pesantemente sottomedia (anomalie fino a fondoscala di almeno 9 gradi negativi) tra settori baltici, Polonia, Finlandia e Russia, zone ove si sono toccati picchi termici localmente inferiori ai 30 gradi sottozero.
Il gelo ha perso qualche posizione sulle zone scandinave, ma allo stesso tempo ne ha guadagnato a latitudini più basse espandendosi con più decisione verso i Balcani ed in parte anche sull’Italia, che si è trovata quasi nel mezzo fra due distinte circolazioni, ma con prevalenza della componente più fredda continentale. Sulle nazioni occidentali hanno invece prevalso temperature sopra la norma, sebbene con anomalie ben meno eclatanti rispetto a quelle del gelo adagiato ad est. La mitezza è stata portata dalla corrente atlantica e da un anticiclone mite che ha occupato la porzione iberica.
Generalmente scarse le precipitazioni riscontrate a livello continentale: i maggiori fenomeni si sono concentrati su alcune zone balcaniche (dove hanno assunto carattere nevoso) e poi, per via dell’influenza più mite e perturbata atlantica, tra i settori pirenaici e le zone occidentali esposte delle Isole Britanniche e della Norvegia.