La prima parte del mese di ottobre ha visto prevalere anomalie termiche negative su gran parte dell’Europa: le prime sortite artiche sono state subito graffianti, ma a dire il vero hanno preso ancor più coraggio negli ultimi 10 giorni portando il proprio respiro invernale su molte aree del Continente. In quest’analisi di ampio respiro, non ci riferiamo quindi alla recentissima discesa fredda, ma semmai a quelle precedenti che hanno caratterizzato il trend della scorsa settimana.
Sulla base delle proiezioni preliminari NOAA, il periodo settimanale compreso dal 17 al 23 ottobre ha evidenziato anomalie termiche negative importanti su quasi tutto il territorio europeo, le più marcate da inizio mese: in alcuni settori tra la Francia, la Germania, la Svizzera ed il Belgio gli scarti sotto la norma del periodo hanno persino superato i 5 gradi. In un quadro generale di gran fresco, fa eccezione solamente l’area della Turchia e del Mar Egeo, ove ha fatto lievemente più caldo della norma.
Le temperature sono precipitate su valori tipici di fine novembre o d’inizio inverno, quindi le gelate hanno dominato non solo sulle nazioni del Nord Europa, ma anche su quelle centrali. I valori più bassi si sono riscontrati sulle aree centro-settentrionali scandinave, ove i termometri sono scesi non di rado anche al di sotto dei 10 gradi sottozero.
I freddi precoci non hanno finora favorito le precipitazioni a grande scala sull’Europa, perché sono certamente mancati i regolari passaggi perturbati d’origine atlantica. In linea generale, piogge di scarso rilievo anche nella settimana dal 17 al 23 ottobre, un po’ più presenti solo sul comparto orientale del Continente. In Italia sono state le regioni meridionali a risentire delle maggiori precipitazioni per via di un “ciclone mediterraneo”, che ha in seguito dispensato generose piogge anche sulle vicine zone balcaniche.