Il periodo rigido che ha caratterizzato i primi 15-20 giorni di febbraio è passato alla storia, come abbiamo ribadito a più riprese. Un gelo così intenso e duraturo non si verificava dal gennaio 1985 in Italia, ma in molte zone d’Europa bisogna tornare ancora più indietro ad altri episodi storici che hanno caratterizzato lo scorso secolo. La grande ondata di gelo che ci siamo lasciati alle spalle risulta l’unico episodio di freddo davvero significativo di tutto quest’inverno: può sembrare incredibile a dirsi, ma è proprio così. La gelida prima metà di febbraio si è andata ad inserire in una stagione invernale per il resto contrassegnata da prevalente mitezza.
L’ultima settimana ha visto tornare alla ribalta in modo molto più incisivo l’anticiclone delle Azzorre, che si è piazzato con il proprio centro motore sull’Europa Centro-Occidentale, costringendo le perturbazioni atlantiche a muoversi perlopiù ad alte latitudini. Questo schema ha portato mitezza su tutto il comparto centro-settentrionale del Continente, con anomalie termiche positive più accentuata sulle zone meridionali scandinave: l’aria temperata non ha avuto difficoltà a sfondare fin sui settori nord-orientali e sulla Russia, zone queste ultime rimaste più a lungo sotto il precedente afflusso di correnti fredde d’estrazione siberiana
C’è stato solo un piccolo strappo dentro l’anticiclone euro-atlantico, con una goccia fredda che è affondata sul Mediterraneo e sul Nord Africa, dove si è sviluppata un’area ciclonica particolarmente incisiva. Non a caso, un’intensa fase perturbata ha colpito Calabria, Sicilia, ma anche diverse aree di Tunisia ed Algeria. Questi scenari ricordano da vicino quello che è accaduto a più riprese negli ultimi mesi, con le piogge abbondanti e sopra la norma in Sicilia, a fronte di scenari più secchi sul resto d’Italia ed in particolare sulle regioni del Nord-Ovest, le più penalizzate dalla penuria di precipitazioni.