Appena 20 giorni fa, fra il 6 ed il 7 febbraio le cronache del nostro Giornale riportavano con la giusta enfasi i picchi di gelo eccezionale, in parte consentiti dall’effetto albedo: era il momento in cui il Burian toccava l’apice di una fase molto rigida che sarebbe poi perdurata fino a metà mese. Nell’altopiano cuneese, a Villanova Solaro, la colonnina di mercurio si era fermata a -23.8°C, mentre a Damiano d’Asti il picco più basso raggiunse i -23.2°C. Queste le località campioni del gelo in Piemonte, ma anche in Lombardia si registrarono picchi gelidi, con la stessa Milano Malpensa capace di scendere a quasi -18°C ed eguagliare il picco più basso toccato nel febbraio 1956.
Dopo metà mese la situazione è rapidamente mutata, attraverso la rottura di quel Ponte di Weikoff che aveva veicolato le gelide correnti siberiane. Il grande gelo è stato scalzato in modo abbastanza rapido ed il ritorno da protagonista dell’alta pressione delle Azzorre ha fatto il resto, con una disposizione favorevole all’aumento incisivo delle temperature. Il diffuso soleggiamento e gli effetti favonici hanno infatti portato nell’ultimo week-end temperature quasi da tarda primavera, sulle stesse zone che proprio nella prima metà del mese erano state colpite dai maggiori picchi di gelo. A Susa il termometro è salito fino a 26 gradi, a Torino 23°C, mentre appena 20 giorni prima la colonnina di mercurio registrava in queste stesse zone quei picchi localmente al di sotto dei -15/-20°C.
Variazioni termiche davvero clamorose ed esagerate fra la prima parte di febbraio e gli ultimi giorni appena trascorsi: questo ribaltamento totale dello scenario meteorologico è ben evidenziato anche considerato la media di temperatura di tutta la Penisola (valori delle stazioni meteo ufficiali). Prendendo come riferimento i valori massimi, la media del 6 febbraio era stata di appena +2.2°C, mentre invece il 25 febbraio si sono invece registrati ben +15.5°C come media. Un balzo di oltre 13 gradi, davvero notevolissimo facendo l’analisi dell’intero Paese e raro da registrarsi in un mese come febbraio.
Se restringiamo l’analisi solo al Nord Italia, la giornata più gelida, per quanto concerne i valori massimi, era stata il 4 febbraio con un valore medio di -4.09°C, mentre il 25 febbraio la media massime è balzata a quasi 15 gradi, così da configurare uno sbalzo medio di ben 20 gradi solo per quanto concerne i valori massimi. Ecco il motivo per cui la differenza tra le minime più basse e le massime più basse ha sfondato addirittura i 40 gradi di divario. Va anche considerato infine che fino al 15 febbraio, nonostante un parziale addolcimento del clima, le temperature medie massime erano ancora complessivamente di 10 gradi più basse rispetto ai valori attuali.