BRUSCO STOP STAGIONALE Come già accaduto nei primi giorni di giugno, anche nel corso dell’ultima settimana lo scenario meteo è rimasto pressoché il medesimo: una saccatura, alimentata da correnti fredde artiche, ha continuato a tessere la sua tela, incastrata sul cuore dell’Europa e con evidenti ed inevitabili ripercussioni anche in ambito mediterraneo. Più ad oriente, a complicare ulteriormente il quadro, un’alta pressione di blocco non ha certo facilitato l’evoluzione: aria molto calda è risalita dalle latitudini sub-tropicali, incentivata a portarsi molto a nord, tanto da determinare una fortissima anomalia tra le zone baltiche e scandinave, specie sui settori della Lapponia.
Sono stati sgretolati diversi record di giugno, con temperature massime assolute che hanno toccato valori superiori ai 30 gradi: l’analisi dell’intera settimana evidenzia come sulle aree più calde si siano misurate temperature medie di ben 8-9 gradi oltre i livelli normali per questo periodo. Aria calda è potuta salire su lidi così settentrionali, anche perché sul lato opposto occidentale era invece scesa aria totalmente diversa, di origine artica: le nazioni occidentali dell’Europa ne hanno risentito appieno, con anomalie negative comunque non di entità così rilevante, un po’ più accentuate sulle Isole Britanniche ove in qualche giorno l’aria si è presentata dal sapore quasi invernale.
Queste grandi contrapposizioni di blocchi d’aria dalle caratteristiche così eterogenee ha sviluppato condizioni favorevoli al proliferare dell’instabilità, con fenomeni anche piuttosto intensi: il regime pluviometrico ha così mostrato una vivacità significativa su una fetta molto ampia dell’Europa, anche su quei settori così penalizzati dalla lunga siccità primaverile. Non si tratta di precipitazioni che risolvono l’emergenza, anche perché spesso sono cadute in modo molto irregolare. Anche i settori centro-occidentali scandinavi sono stati colpiti da molte precipitazioni, scaturite da violenti temporali per via dell’eccessiva calura.