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Atlantico fucina d’uragani: “Julia” ed “Igor” in azione, le possibili conseguenze in prospettiva

di Mauro Meloni
16 Set 2010 - 13:36
in Senza categoria
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Porzione del disco terrestre in quest'immagine satellitare dalla quale possiamo ammirare in azione i due uragani in piena zona tropicale dell'Atlantico. Si può clickare sull'immagine per la versione ingrandita. Copyright 2010 © EUMETSAT. All rights reserved.
Due uragani quasi gemelli, a breve distanza l’uno dall’altro, stanno movimentando la parte tropicale dell’Atlantico. Già dalla mattinata di ieri il primo uragano, Julia, è passato alla categoria 4 (ora regredito al grado 3), esattamente come il fratello Igor, che si trova più ad occidente. Questo ha determinato il raggiungimento di due situazioni davvero storiche: anzitutto, Julia è diventata il più forte uragano censito che abbia mai raggiunto un così alto livello d’intensità (categoria 4) in una posizione così orientale.

In secondo luogo, non accadeva dal lontanissimo 1926 che due uragani di categoria 4 siano stati attivi nello stesso frangente in Atlantico, mantenendo la stessa categoria per un periodo di almeno 12 ore. Quasi un secolo fa, nel 1926, erano stati la coppia di uragani Four e Six (sistema di denominazione numerica diversa da quella attuale) a ripetere le gesta attuali di Julia ed Igor, raggiungendo entrambi la categoria 4. Per quanto concerne gli accadimenti del 1926, Four non toccò mai terre emerse, mentre Six colpì la Florida portando distruzione e vittime.

PROSPETTIVE DI JULIA ED IGOR Entrambi gli uragani si stanno anzitutto muovendo verso ovest-nord/ovest e per diversi giorni ancora non dovrebbero interessare terre emerse, indebolendosi entrambi già nel week-end. Solo Igor, attorno al 20 settembre, in base alla traiettoria prevista potrebbe andare ad impattare verso le Bermuda, come uragano di categoria 1 o 2.

POSSIBILI CONSEGUENZE SULL’EUROPA Naturalmente il nostro Continente, nemmeno per quel che riguarda le coste esposte all’Oceano Atlantico, non corre nessun rischio. Come detto, la coppia d’uragani si sta attualmente muovendo in direzione opposta rispetto all’Africa ed all’Europa, ma tuttavia potrebbero avere un ruolo significativo nella terza decade del mese. Come mai ed in che modo? Una volta risalito verso nord/ovest, almeno Igor dovrebbe venire agganciato dalla circolazione extratropicale al largo delle coste orientali canadesi. In questo frangente, Igor non sarà quindi più uragano ma declassato a semplice ciclone extratropicale, come i tanti che si insinuano dal Nord Atlantico verso l’Europa, magari solo un po’ più forte e profondo nell’operazione d’aggancio.

Come possiamo apprezzare dalle proiezioni modellistiche dei centri di calcolo sul lungo termine, il profondo centro depressionario dell’ex uragano Igor tenderebbe lentamente ad evolvere dal Mare del Labrador verso l’Atlantico a sud della Groenlandia. Un vortice così intenso, inserito ormai nella corrente a getto polare, potrebbe imprimere una forte risalita d’aria calda d’origine tropicale in direzione dell’Islanda, con la possibile genesi di un potente anticiclone di blocco che comprenderà anche parte delle Isole Britanniche, e probabilmente la Penisola Scandinava.

Si tratta solo ovviamente d’ipotesi, di cui abbiamo evidenziato solo quella apparentemente più probabile, data la notevole distanza temporale di una tale proiezione: è ben noto che un forte anticiclone ad alte latitudini in genere non depone per una fase stabile per quel che riguarda il
Mediterraneo, che potrebbe subire gli effetti d’inserimenti di depressioni dal più Vicino Atlantico. In conclusione, l’attuale uragano Igor, quando sarà ormai declassato a ciclone extratropicale, potrebbe davvero dire la sua, tramite le sue mosse seppure a lunga distanza, sulle prospettive di un possibile peggioramento di fine mese sull’Italia.

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