Poter definire una sorta di normalità dal punto di vista colturale risulta pressoché impossibile. Un mondo piuttosto vasto, che sfrutta le capacità produttive di innumerevoli specie vegetali in grado di adattarsi, più o meno naturalmente, alle nostre condizioni climatiche. Il mese d’ottobre, così come in parte accaduto a settembre, ha portato sovente un range termico al di sopra delle medie stagionali. Se tuttavia ci si limitasse soltanto all’analisi del campo termico, mal si potrebbero comprendere molti dei problemi, o vantaggi, che possono verificarsi in tutto il comporto delle colture in pieno campo. Difatti, come ricordato in sede titolare, le precipitazioni, purtroppo ad intervalli irregolari, hanno diffusamente toccato la soglia della normalità. In particolare al Centro ed al Sud. Qualche deficit è invece presente in quelle Settentrionali, seppure contenuto.
Temperature oltre media, quindi, con precipitazioni e spesso correnti miti e tassi di umidità relativa elevati, portano allo sviluppo di quelle condizioni vitali idonee allo sviluppo dei vari agenti patogeni, più volte menzionati in altre occasioni. È il caso, ad esempio, della mosca della frutta e della sua variante specifica, quella dell’olivo. Patogeni assai dannosi per le colture da frutto, la cui raccolta iniziava ad inizio del mese in corso.
Nel caso dell’olivo coltivato, invece, il problema sembra destinato a protrarsi ancora a lungo, con lo sviluppo persino dell’occhio di pavone, fungo dannoso sia per l’apparato fogliare che per quello produttivo. Il caldo previsto nel corso della settimana non farà altro che amplificare l’optimum fisiologico e biologico di siffatti patogeni.
Il periodo in corso risulta, inoltre, assai importante per le lavorazioni del terreno, atte alla preparazione del letto di semina per la messa a dimora delle colture autunno-invernali, come ad esempio il frumento e l’orzo. La lavorazione si effettua con degli strumenti comunemente attaccati ad una motrice. La loro presa sul terreno viene favorita da particolari condizioni dello stesso, definite in gergo “stato di tempera”. Ossia quel grado di umidità ottimale (o contenuto d’acqua che dir si voglia) che facilita appunto le varie operazioni per la preparazione del letto di semina.
Le piogge dell’ultima settimana, giunte abbondanti e ad intervalli piuttosto regolari su gran parte della Penisola, hanno inevitabilmente ritardato tali procedimenti, in quanto l’acqua caduta, specie in terreni a tessitura argillosa (cioè che trattengono l’acqua con facilità) e i ristagni rendono il terreno pesante e difficilmente lavorabile, proprio per la resistenza delle particelle al passaggio dell’organo di lavoro. Verrà pertanto accolto favorevolmente il periodo stabile al quale si andrà incontro nei prossimi giorni.