E’ un autunno anomalo:
a nostro avviso non vi sarebbe definizione più appropriata se non appunto un “autunno decisamente anomalo”. Negli ultimi due mesi è accaduto di tutto: caldo inusitato, pochi spifferi d’aria fredda, super temporali, alluvioni e persino un ciclone mediterraneo. E’ innegabile, lo ripetiamo, l’estremizzazione climatica dell’ultimo decennio e non importa quali siano le cause scatenanti, quel che importa è che il nostro Paese – così come tantissimi altri – è in balia di manifestazioni atmosferiche impressionanti.
L’Alta Africana:
un’alta delle anomalie dell’ultimo decennio è la scomparsa dell’Anticiclone delle Azzorre e la presenza – quanto mai ingombrante e deleteria – dell’Alta Africana. Il surplus termico che ha innescato fenomeni violenti, spesso violentissimi, è imputabile proprio a tale struttura anticiclonica. Le sue visite vanno inserite in un quadro barico ben più complesso, capace di condurre profonde saccatura atlantiche laddove un tempo si osservavano raramente – leggasi Azzorre piuttosto che Canarie.
Italia tra due fuochi:
è estremamente interessante valutare il quadro barico che si è venuto a creare: lo possiamo considerare una sorta di spartiacque tra l’autunno e l’imminente stagione invernale. Ad ovest, lo ribadiamo, osserviamo un profondo affondo ciclonico che si è spinto addirittura sulle Canarie. Immediata la risposta nord africana, attualmente sul nostro Paese. Ma è altrettanto interessante evidenziare la circolazione fredda instauratasi ad est e riconducibile ad un’Alta Pressione russa già in gran forma. In questo momento c’è un nucleo freddo sulla Turchia, mentre a partire da lunedì ne arriverà un altro sui Balcani e come vedremo avrà qualche ripercussione sulle nostre sorti meteorologiche.
Le temperature:
la presenza dell’Anticiclone sta generano un consistente rialzo delle temperature diurne, che localmente potrebbero persino superiore i 20°C! Le minime, al contrario, risultano fredde perché condizionate dalla limpidezza del cielo e dalle conseguenti inversioni termiche (ovviamente con le debite eccezioni, quali Liguria, Toscana e alcune zone della Val Padana). Ciò nonostante stiamo registrando delle anomalie termiche positive consistenti, che permangono ormai da diverse settimane se non addirittura da oltre un mese. Il discorso si potrebbe estendere a vaste aree del Pianeta, tant’è che il 2014 si appresta a divenire l’anno più caldo di sempre.
Svanisce l’ipotesi artica:
riprendendo il discorso sulle quotazioni artiche, non possiamo far altro che confermare il tramonto dell’ipotesi “freddo”. Il rischio c’era, lo si era detto. Le dinamiche a carico del Vortice Polare avrebbero potuto condurre ad un rinforzo dello stesso, con conseguente ripristino delle correnti zonali. Così sarà. Resta solo da valutare l’inclinazione dell’asse di saccatura ascrivibile alla Depressione d’Islanda, dal quale evidentemente dipenderà entità e durata del maltempo.
Le differenze modellistiche:
a tal proposito dobbiamo registrare importanti divergenze modellistiche. Il modello americano GFS propende per un ingresso franco nel cuore del Mediterraneo, con maggiore componente fredda nord atlantica e isolamento di un Vortice Ciclonico tipicamente tardo autunnale sui nostri mari. L’europeo ECMWF, invece, colloca l’affondo ciclonico ben più ad ovest addirittura in sprofondamento sul nord Africa. Tale scenario esporrebbe alcune delle nostre regioni a piovosissime correnti meridionali, con alto rischio alluvionale, mentre altre potrebbero addirittura restare sotto l’ala protettrice dell’Anticiclone Africano (il Sud Italia). Altro elemento importante del lungo termine è l’allontanamento dell’Alta Russa, che potrebbe essere ricacciata ben più ad est dall’avanzata in grande stile delle correnti zonali.
Focus: evoluzione sino al 04 dicembre 2014
Le condizioni del tempo si manterranno stabili, miti di giorni e fredde di notte. Ma stabilità non sempre è sinonimo di bel tempo, difatti su alcune regioni del Nord ed in Toscana avremo nebbie, nubi basse e persino delle piogge sparse. La situazione potrebbe mutare a partire da martedì, quando sbuffi relativamente freddi da est potrebbero innescare un incremento dell’instabilità su adriatiche e due isole maggiori.
Sarebbe il preludio al nuovo cambiamento da ovest, provocato dall’avvicinamento dell’ampia saccatura atlantica. Il maltempo potrebbe ripresentarsi con forza, insistendo in loco sino alla conclusione dello step previsionale. Qualora dovesse prevalere l’ipotesi del modello europeo ECMWF la situazione potrebbe evolvere diversamente, col maltempo relegato principalmente su Nord Italia, Sardegna e alto Tirreno.
Evoluzione sino al 09 dicembre 2014
Il trend atlantico sembra in grado di persistere anche nel lungo termine e accogliere il mese di dicembre, che come sappiamo sancirà l’avvio ufficiale della stagione invernale.
In conclusione.
L’autunno appare ancora in gran forma, perlomeno sotto l’aspetto pluviometrico. Dal fronte termico, invece, le notizie non sono per niente buone: continueremo a registrare temperature superiori alla norma.