L’ultima fase del mese di febbraio ha segnato condizioni meteorologiche marcatamente instabili e termicamente invernali, tanto che in alcune zone d’Italia è comparsa la neve anche lungo le coste. Previsione che fu fatta a suo tempo e che ha rispecchiato, grosso modo, quel che venne illustrato negli ultimi editoriali.
Stiamo ora assistendo ad un temporaneo aumento delle temperature, causa un teso flusso di correnti Sud occidentali attivate da una depressione che andrà a formarsi in prossimità della Penisola Iberica. Depressione che successivamente si porterà verso il Tirreno Centrale, laddove richiamerà aria più fredda dal Centro Europa e che invaderà progressivamente tutte le nostre regioni.
Ora, abbiamo più volte rimarcato quanto il periodo in essere fosse importante per tutto il mondo vegetale, coltivato e non. La stagione avanza ed i primi incrementi termici possono portare ad un repentino risveglio delle colture, con conseguente emissione delle parti verdi e dei fiori nelle colture più precoci.
Si ripresenta pertanto il problema del freddo tardivo, ossia di quelle temperature che vanno al di là della normale soglia critica delle specie coltivate. Una soglia che si abbassa progressivamente con l’incedere dei giorni. Su tutto ciò ha un’influenza assoluta sia l’aumento della luce giornaliera, sia, come detto pocanzi, la ripresa termica. Ecco allora che il freddo previsto per i prossimi giorni, seppure di breve durata, dovrà necessariamente richiamare all’attenzione tutto il movimento agricolo.
Avremo difatti un nuovo repentino calo termico, con possibili nevicate che localmente potrebbero interessare la pianura e la bassa collina. Faranno seguito estese gelate durante le ore notturne, tali che la neve caduta potrà tramutarsi in ghiaccio laddove si sarà depositata. Avremo quindi problemi di congelamento delle parti verdi delle giovani piante, sia a livello del colletto, sia a livello di organi aerei interessati dalla neve. Danni pertanto che potrebbero manifestarsi sia dal punto di vista fisiologico che da quello puramente meccanico.
A tutto ciò vanno poi aggiunti due ulteriori elementi. La grandine, che potrebbe interessare molte zone della Penisola, soprattutto dove risulteranno più marcati i contrasti tra aria fredda e mare in via di riscaldamento; il forte vento, che potrebbe spazzare i mari occidentali della Penisola provocando problemi di tenuta meccanica a tutte quelle specie arboree in via di fioritura. Danni meccanici sia agli organi legnosi, sia ai giovani fiori, certamente le parti meno resistenti.
Consigliamo pertanto a tutti coloro che lavorano nel mondo vegetale, un accurato monitoraggio delle colture e delle condizioni meteorologiche. Sarà possibile in tal modo mettere in atto tutte quelle misure preventive atte a scongiurare una futura perdita di produzione.