Era già successo alla fine della seconda decade di settembre: non sarà la prima neve stagionale, anche se, a differenza di quanto accaduto qualche tempo fa, stavolta dovrebbe essere per davvero scritta la parola fine per questa tardiva estate che non finisce più di stupire, capace di prolungare come non mai la sua permanenza addirittura in quest’avvio di ottobre. I record di temperatura sono una conseguenza diretta di questo scenario eccezionalmente anomalo, dovuto alla straordinaria insistenza di figure anticicloniche dalle caratteristiche molto calde, con elevati geopotenziali.
Il caldo fuori stagione penalizza soprattutto le zone di montagna, dove realmente si respira aria da pieno luglio e per trovare lo zero termico (ovvero la quota laddove la colonnina di mercurio segna zero gradi) bisogna addirittura salire oltre i 4000 metri d’altitudine. Giusto qualche giorno e tutto cambierà di botto, a causa dell’intrusione di una frustata fredda dalle caratteristiche artiche: l’arretramento repentino dell’anticiclone ad ovest lascerà spazio libero per la saccatura, che penetrerà come una fionda sul Mediterraneo determinando il passaggio da una fase climatica così dalle parvenze estive verso una fase pienamente autunnale.
Il carico d’aria artica irromperà con forza venerdì soprattutto sui rilievi alpini, ove ci attendiamo un abbassamento termico anche di 15 gradi, se non oltre. La dinamica guidata dalla corrente settentrionale esporrà soprattutto i versanti esteri e le zone di confine della cerchia alpina alle maggiori nevicate, che per effetto stau persisteranno con ogni probabilità anche per parte della giornata di sabato: laddove le precipitazioni risulteranno più consistenti e frequenti, i fiocchi potranno facilmente sconfinare anche a quote attorno ai 1000 metri, specie per quanto concerne i valichi di confine più stretti.
Saranno quindi imbiancate molte località alpine, da Cogne fino a Santa Caterina Valfurva passando per Bormio, Cortina d’Ampezzo e Livigno: proprio su quest’ultima, la neve di settembre cadde con un’abbondanza al di sopra di ogni attesa, tanto da rappresentare un evento davvero notevole da consegnare ai libri di storia, allo stesso modo di un mese settembrino per il resto risultato caldissimo.