Il modello di previsione stagionale della NASA, che emette previsioni trimestrali fino a circa 5 mesi di distanza, è uno dei più attendibili attualmente disponibili. A novembre aveva previsto, contrariamente ad altri modelli stagionali, un trimestre invernale europeo votato al freddo, pur sbagliando in parte l’entità e la collocazione delle anomalie.
Le previsione stagionali, occorre dirlo, sono ancora previsioni ancora allo stato sperimentale, basate sulle anomalie oceaniche e sulla disposizione relativa delle zone anticicloniche e depressionarie sulle varie zone dell’Emisfero.
In Italia dalla fine degli anni Ottanta sono state ben poche le stagioni estive veramente fresche, anche quelle che si sono maggiormente avvicinate alla media stagionale hanno presentato almeno un mese caldissimo, tanto che le Estati italiane, stando alle statistiche del CNR, sono risultate sempre sopra la norma termica 1961-90 a partire dal 1987.
Nell’ultimo trentennio l’estate è stata infatti la stagione che si è maggiormente riscaldata presentando una sua “punta” massima assoluta nella rovente stagione del 2003.
E ne hanno risentito pesantemente anche i ghiacciai alpini, in fortissima ritirata a partire proprio dalla fine degli anni Ottanta.
Ma le previsioni del modello della NASA, questa volta, dopo aver previsto un trimestre primaverile termicamente nella norma (ma con insidie fredde sempre possibili, vista la permanenza del gelo alle alte latitudini europee), ci annunciano un’Estate fresca, anche sulla base dell’andamento delle isoterme della zona interessata dal Nino, che virerebbe rapidamente verso lo sviluppo di una Nina già a partire dal prossimo mese di Maggio.
Il trimestre tra Aprile e Giugno sarebbe caratterizzato da freddo soprattutto nella zona del Baltico e dell’Europa Settentrionale, mentre quello tra Luglio e Settembre vedrebbe fresco un po’ su tutto il Continente europeo, ma segnatamente sull’Italia Centro Settentrionale e sui Balcani, sul Baltico, e su tutta la zona Artica Russa, (fenomeno che sarebbe una buona premessa per un rigido inverno 2010-11).
La previsione del modello NASA vede la presenza di anomalie di pressione più elevate della norma in area Polare, e sulla Scandinavia Settentrionale, che favorirebbero quindi afflussi di aria fredda verso sud, ma anche un maggior transito di perturbazioni atlantiche verso il Continente.
Le precipitazioni invece non vedrebbero anomalie particolari su base trimestrale.