Caldo e temporali:
quali ingredienti migliori per definirla la più classica delle estati mediterranee? Bel tempo, temperature massime di poco superiori ai 30°C – tra l’altro non dappertutto – e temporali pomeridiani. Molti di voi rammenteranno le splendide stagioni degli anni ’90, o ancor prima degli anni ’80. Era l’epoca dell’Atlantico: Anticiclone delle Azzorre in estate e Depressione Islandese durante l’autunno-inverno.
C’è chi boccheggia:
varcando i confini nazionali scopriamo che sulla Penisola Iberica è in atto una possente ondata di calore. Dopo un mese di giugno a tratti fresco e instabile, Spagna e Portogallo stanno sperimentando gli effetti di quella che dai meteorologi locali è stata definita la “prima vera sfuriata rovente africana”. Ma c’è chi, pur con temperature inferiori ma sempre al di sopra della norma – non è che se la passi molto meglio: Francia e Regno Unito su tutte. Qui, oltre al caldo, giocano un ruolo fondamentale anche i tassi di umidità dell’aria.
Italia nel limbo barico:
ad onor del vero è giusto dirvi che prevale la componente anticiclonica, perché alla fin fine hanno prevalso condizioni soleggiate e calde per un po’ di giorni. Per comprendere la causa determinante nello sviluppo dei temporali, dobbiamo dirigerci dalla parte opposta: ad est. Sull’Europa orientale si è instaurato un regime instabile alimentato da aria relativamente fresca. L’anomalo posizionamento dell’Alta Pressione, che attualmente ha dirottato i massimi sul Regno Unito, fa sì che lungo il fianco meridionale scorra un po’ di quell’aria e a quel punto è inevitabile l’incremento dell’instabilità.
Escalation temporalesca:
c’è poco da stare allegri, perché nei prossimi giorni dovremo sopportare temporali ancor più numerosi e consistenti. E per consistenti intendiamo dire che oltre a tuoni e fulmini non mancherà occasione per delle grandinate anche violente. Non solo: i fenomeni saranno in grado di espandersi anche in pianura e lungo le coste. Ma per i dettagli vi rimandiamo agli appositi approfondimenti.
Scenari futuri:
giusto interrogarsi sul prosieguo, perché sino alla scorsa settimana si ipotizzava una rimonta anticiclonica africana dopo metà mese. Ma chi ci segue saprà che venerdì indicammo un calo della probabilità in tal senso, mentre si accrescevano quelle relative ad una constante apporto d’aria fresca dai quadranti orientali. Osservando le proiezioni modellistiche odierne, non possiamo far altro che confermare l’aspra disputa tra l’Anticiclone e la circolazione atlantica. Si parla d’Atlantico non a caso, perché quel che sta accadendo ad est della nostra Penisola è riconducibile al flusso atlantico dirottato in quella direzione – dopo aver percorso le alte latitudini – dalla cellula altopressoria euro-mediterranea.
Focus: evoluzione sino al 21 luglio 2013
L’intera settimana sarà condizionata dalla netta contrapposizione tra la propaggine anticiclonica e il flusso instabile da est. Del risultato s’è già parlato, ovvero una prevalenza di temporali pomeridiani che non si limiteranno esclusivamente ai rilievi, ma saranno in grado di estendersi anche nelle aree pianeggianti e costiere. Al più, da giovedì, assisteremo ad un trasferimento dei temporali più forti dalla dorsale appenninica alle regioni settentrionali.
Almeno sino al 20 luglio non si scorgono cambiamenti sostanziali, ragion per cui ci aspettiamo una prosecuzione della stagione estiva senza particolari eccessi di caldo. Bel tempo, quindi, ma anche insistenti temporali pomeridiani capaci sovente di allontanarsi dai monti.
Evoluzione sino al 26 luglio 2013
Osservando le proiezioni termiche non possiamo far altro che confermare le ottime notizie: farà caldo, com’è giusto che che sia, ma le temperature non si discosteranno dalle medie stagionali. Il ché vuol dire, in termini configurativi, che l’Alta Pressione mancherà della temibile componente africana.
In conclusione.
Un’estate d’altri tempi, lo si è detto, che almeno per ora sembra in grado di accontentare anche i palati più esigenti.