Perturbazioni da ovest:
l’esordio invernale ha segnato il transito di un ciclone mediterraneo e l’intervento di una serie di perturbazioni più o meno ficcanti. Tale impianto circolatorio, che affonda le proprie radici nella possente irruzione nord atlantica che investì il comparto iberico-marocchino, è tutt’ora in voga e causerà condizioni di forte maltempo anche nei prossimi giorni.
Temperature in calo:
dopo la forte avvezione sub-sahariana di fine novembre, pur in presenza di correnti mediamente meridionali – con la sola esclusione delle regioni settentrionali – le temperature hanno intrapreso la via della diminuzione. Una diminuzione percettibile, è vero, ma non sufficiente a far si che il quadro climatico si orientasse sulle frequenze d’inizio inverno. La diminuzione è destinata a proseguire: dapprima per l’intervento di venti ben più freschi occidentali, in seguito per l’afflusso d’aria fredda dai quadranti settentrionali.
Cambio di rotta:
per semplificare l’argomento, tralasciando dinamiche atmosferiche altrimenti di complessa comprensione, possiamo dirvi che il quadro circolatorio subirà pesanti modifiche sui settori occidentali del Continente. L’Alta delle Azzorre, finora defilata in Atlantico, andrà a riposizionarsi lungo l’asse franco-iberico e tale collocazione sfocerà nella maggiore ondulazione delle correnti d’alta quota. Le perturbazioni, per capirci, perderanno la componente mite occidentale e si avvarranno di crescenti apporti freddi di origine artica.
Dal suprlus termico al sotto media:
le proiezioni termiche confermano, a partire dall’Immacolata, non solo un rientro delle temperature all’interno dei ranghi ma addirittura la comparsa di valori inferiori alle medie stagionali. Uno sbalzo notevole, che in alcune regioni supererà addirittura i 10°C. Fortunatamente avverrà gradualmente e non bruscamente come in altre occasioni. La tendenza a più lungo termine sembrerebbe confermare ulteriori incursioni artiche, addirittura nel corso del prossimo weekend potrebbe verificarsi un’irruzione più vigorosa con altre nevicate a bassa o bassissima quota. Ma al momento rimaniamo nel campo delle ipotesi.
Le prime proiezioni natalizie:
spingersi così in là nel tempo deve necessariamente considerare elementi analitici che esulano dall’osservazione dei modelli deterministici. Quel che possiamo dirvi, a seguito dell’attento monitoraggio dell’atmosfera nei suoi vari livelli, è che le dinamiche bariche a carico del Vortice Polare potrebbero indurre, nell’ultima decade di dicembre, l’intervento di masse d’aria ben più fredde dall’Europa orientale o addirittura dalla Russia.
Focus: evoluzione sino al 18 dicembre 2014
Si prospetta un weekend estremamente instabile, a tratti addirittura perturbato, con temperature in calo e venti in progressiva rotazione dai quadranti settentrionali. Compariranno le prime nevicate a quote interessanti anche lungo la dorsale appenninica e sui rilievi insulari. I fenomeni più consistenti dovrebbero anzitutto riguardare le tirreniche, Sicilia e Sardegna, poi le adriatiche ed ancora le due isole maggiori. Il Nord, invece, registrerà un graduale miglioramento.
Anche la prossima settimana rischia di mostrarsi estremamente instabile. Il transito di un primo nucleo d’aria fredda, a partire dall’Immacolata, porterà ad un ulteriore calo delle temperature e della quota neve. In una prima fase non possiamo escludere delle nevicate fin verso il piano sul Nord Italia. Da confermare l’eventuale intervento di un terzo nucleo artico, ben più forte dei precedenti, che potrebbe condizionare pesantemente l’ultima fase dello step previsionale.
Evoluzione sino al 23 dicembre 2014
Il cammino pre-natalizio potrebbe proporci un temporaneo miglioramento per espansione anticiclonica azzorriana verso est. Ma potrebbe trattarsi di un fuoco di paglia, destinato a naufragare rapidamente proprio a ridosso del Natale.
In conclusione.
Inverno che sembra procedere come da previsioni e che potrebbe riservarci “bianche” sorprese già entro l’ultima decade di dicembre.