Settembre volge al termine:
volendo stilare un bilancio sommario, lo si potrebbe definire un mese “dinamico”. Abbiamo avuto sfuriate temporalesche consistenti, intervallate da rimonte anticicloniche di diversa natura. Rimarrà impressa la fiammata africana, specie al Sud e nelle due Isole Maggiori, mentre al Nord si parlerà probabilmente dell’attuale. Così come verranno ricordati i violentissimi temporali abbattutisi su alcune regioni d’Italia, capaci di arrecare danni ed enormi disagi.
Anticicloni poco convincenti:
quel che emerge da un’analisi obbiettiva del quadro meteorologico è l’evidente fragilità delle strutture anticicloniche. Nulla di cui stupirsi, intendiamoci, dopotutto siamo in autunno ed è più che normale osservare disturbi di varia natura. La struttura attuale, al pari della precedente, tentennerà ad ovest e crescenti infiltrazioni instabili daranno luogo ad un violento peggioramento.
Rischio nubifragi:
purtroppo anche stavolta ci vediamo costretti a dover esporre un rischio, a nostro avviso concreto, relativo ai possibili nubifragi su varie regioni. Una mano in tal senso verrà dalle calde acque mediterranee, che pur dinanzi a spifferi instabili tutt’altro che cattivi, forniranno quell’energia sufficiente a decretare un’ondata di maltempo particolarmente cattiva. Tra le zone più colpite, modelli alla mano, dovrebbero esserci quelle insulari e meridionali.
Temperature stravolte:
come ben saprete attualmente godiamo di un clima gradevole, estremamente mite o addirittura caldo. Le temperature massime godono dell’abbondante soleggiamento, mentre le minime risentono della mancanza di nubi in cielo e della dispersione di calore in atmosfera. Ed è per questo che di notte, ma anche al primo mattino, si percepisce un discreto clima autunnale. Nei prossimi giorni, invece, la situazione cambierà radicalmente. Le minime saliranno con decisione, mentre diminuiranno le minime. Il tutto a causa di venti meridionali, nubi consistenti e precipitazioni.
Le novità modellistiche:
come anticipato in apertura, l’ipotesi fredda pare perdere consistenza. Freddo che sembrerebbe non in grado di estendersi verso il Mediterraneo perché ad ovest prenderà piede una possente struttura ciclonica. Quale? Beh, la classica Depressione autunnale, quella Islandese. Un risveglio inaspettato, che andrebbe a sospingere il blocco anticiclonico ancor più ad est impedendo in tal modo l’eventuale discesa artica e nel contempo incentivando crescenti apporti instabili verso il nostro Paese. Un quadro meteorologico prettamente autunnale, giusto per capirci.
Focus: evoluzione sino al 12 ottobre 2014
Il tempo inizierà a peggiorare a metà settimana, a partire dalla Sardegna e dal Nordovest. Il maltempo prenderà piede sul finire della settimana, impattando le regioni Centro Meridionali e la Sicilia. Come detto, sussiste il rischio di nubifragi localmente intensi, il ché significa situazioni potenzialmente pericolose sotto l’aspetto idro-geologico.
L’indebolimento della struttura anticiclonica, in congiunzione col rafforzamento della Depressione d’Islanda, faciliterà l’inserimento di impulsi instabili atlantici. Si realizzeranno condizioni di variabilità autunnale, che vedranno alternarsi momenti di sole e momenti di pioggia più o meno prolungati. Il tutto in un quadro termico sostanzialmente in linea con la prima decade di ottobre.
Evoluzione sino al 17 ottobre 2014
Difficile spingersi oltre. Alcune proiezioni modellistiche indicano il ritorno dell’Alta Pressione a causa di un approfondimento ciclonico ad ovest del Portogallo. Altre propendono per una prosecuzione della fase umida atlantica, con delle interazioni relativamente fredde provenienti da est.
In conclusione.
La dinamicità autunnale, citata innumerevoli volte, sembra volerci accompagnare anche nelle prossime settimane. E nonostante l’ipotesi “freddo” stia scemando, il quadro evolutivo andrà monitorato con la dovuta attenzione.