L’elemento saliente a breve termine.
Nei prossimi giorni transiterà una nuova perturbazione atlantica che causerà un peggioramento prima al Centro Nord e nelle due Isole, poi al Sud. Le precipitazioni potrebbero risultare localmente abbondanti e le nevicate imbiancare Alpi e Appennino a quote relativamente basse.
L’elemento saliente a medio termine.
In seguito, dopo un temporaneo miglioramento seguito da un nuovo transito ciclonico – stavolta probabilmente più blando – le dinamiche bariche sembrano deporre a favore di un rallentamento della circolazione atlantica. Sembra poi concretizzarsi un indebolimento del Vortice Polare che andrebbe a delocalizzare i due nuclei principali, con quello Siberiano pronto a conquistare terreno in direzione dell’Europa. Non escludiamo la possibilità che possano costituirsi dei blocchi anticiclonici in Oceano, il cui onere sarebbe quello di implementare la discesa d’aria fredda verso sud.
L’elemento saliente a lungo termine.
Nei primi giorni di Febbraio appare ancor più evidente la dinamica suddetta, che potrebbe portare all’ingresso dell’aria gelida anche in Italia.
Il trend a lungo termine:
Come spesso accade, il mese successivo potrebbe rivelarsi molto più dinamico, ove per dinamicità intendiamo maggiori possibilità di irruzioni d’aria fredda sull’Europa. Non sarebbe la prima volta che Febbraio vestisse panni decisamente invernali.
Elementi di incertezza:
La carne al fuoco è davvero tanta e grandi sono le forze in gioco. Per poter stabilire l’esatta dinamica di fine-inizio mese, occorrerà attendere diversi giorni per comprendere sia le sorti del Vortice Polare, sia la possibilità di un rallentamento atlantico e quindi la conseguente formazione di blocchi anticiclonici consistenti e duraturi.
Fattori di normalità climatica:
Osservando l’andamento termico medio, si nota come le ultime proiezioni abbiano un po’ abbassato le temperature portandole al di sotto della media specie a ridosso della conclusione mensile.
Le precipitazioni sino a questo momento sono risultate abbondanti su molte regioni e anche qualora si dovesse andare incontro a una fase di secca – che comunque sembra improbabile – non vi sarebbe nulla di anormale. Rammentiamo che in passato Gennaio era famoso per le cosiddette “secche”.
Focus: evoluzione sino al 31 gennaio 2010
Nei prossimi giorni l’ingresso di una nuova perturbazione atlantica causerà un peggioramento prima al Centro Nord – e sussiste la possibilità di qualche nevicata a bassa quota – poi al Sud. E proprio al Meridione le precipitazioni potrebbero risultare piuttosto abbondanti, anche in forma di rovescio temporalesco. Dopo di che avremo un temporaneo miglioramento seguito, come detto in sede evolutiva, da un nuovo parziale peggioramento causato da una circolazione d’aria umida e instabile di matrice atlantica.
Nell’ultima settimana del mese potrebbe invece manifestarsi un primo ingresso d’aria fredda. L’impulso potrebbe giungere dall’Artico Groenlandese, per poi lasciare strada ad una graduale propagazione del freddo Artico-Continentale sull’Europa centro orientale. La causa deriverebbe dalla rotazione dell’asse dell’Anticiclone di Blocco verso nordest.
Evoluzione sino al 05 febbraio 2010
Si profilerebbe quindi un avvio mensile all’insegna del tempo invernale su tutte le regioni, con possibilità di forte calo termico e nevicate alle basse quote. Si tratta comunque di una linea di tendenza, abbiam visto ultimamente che le tempistiche si sono dilatate. Ma quando si ha a che fare con proiezioni a così lungo termine – che si avvolgono non dei semplici modelli ma di tutta una serie di parametri climatici – è improbabile se non impossibile individuare a priori i possibili effetti di una determinata configurazione barica su scala continentale.
In conclusione.
Coloro i quali ritenessero l’Inverno oramai concluso è bene che mettano da parte le proprie certezze. E’ vero, sinora la stagione non ha dato soddisfazioni a zone come il Sud e le Adriatiche, ma solitamente le fasi più propizie per queste regioni si materializzano nella seconda fase invernale.