MARCATO PEGGIORAMENTO – Dopo un lungo periodo stabile contrassegnato da caldo anomalo da primavera inoltrata, ecco concretizzarsi quella svolta piuttosto brusca per l’intero Stivale: la causa è connessa allo sprofondamento di una saccatura nord-atlantica che ha messo kappaò il precedente dominio anticiclonico. L’aspetto meteo più eclatante è connesso al repentino crollo termico, che si evidenzia chiaramente dal ritorno della neve in montagna, ma anche a quote inferiori ai 1000 metri per il momento solo sulle Alpi, ma gradualmente anche alla dorsale appenninica. Nulla d’anomalo per il periodo, ma la sensazione di un ritorno all’inverno è pienamente esaltata dal caldo che ha dominato nei primi 20 giorni di marzo. La discesa termica s’accompagna al maltempo che ha già determinato importanti precipitazioni sulle regioni settentrionali e parte di quelle centrali, specie l’Alta Toscana L’ulteriore arrivo d’aria fredda d’origine polare marittima esalterà ulteriormente i contrasti, favorendo la genesi di un vortice ciclonico secondario che metterà radici sul Mediterraneo Centrale.
IL METEO DEI PRIMI GIORNI DELLA SETTIMANA – Esordio settimanale contrassegnato da condizioni meteo piuttosto imbronciate su gran parte della Penisola: le temperature caleranno ulteriormente al Centro-Sud con la neve che farà la sua comparsa in Appennino a quote generalmente superiori ai 1000 metri, ma a tratti a partire dai 700-800 metri lungo la parte centro-settentrionale della dorsale. Il grosso delle precipitazioni, connesse a queste prime incursione pertubata, si localizzerà verso le regioni meridionali, ove non mancheranno diffusi rovesci a carattere temporalesco specie lungo la fascia tirrenica tra Campania, Calabria e nord della Sicilia. Spiccata variabilità anche sulle regioni centrali, con precipitazioni intermittenti e tendenza a miglioramento sulla Toscana. Andrà meglio al Nord, dove compariranno ampi sprazzi di sereno per quanto concerne le regioni di Nord-Ovest, mentre una residua variabilità coinvolgerà il Triveneto, l’est Emilia e la Romagna. Per martedì si confermerà l’instabilità al Centro-Sud, più marcata sulle regioni meridionali e le due Isole Maggiori per effetto di un nuovo impulso perturbato.
A SEGUIRE NUOVA RECRUDESCENZA PERTURBATA – La ferita ciclonica sui mari italiani andrà ulteriormente ravvivandosi nella parte centrale della settimana, per un altro più intenso impulso perturbato nord-atlantico che favorirà l’approfondimento di un minimo di pressione tra la Sardegna ed il Mar Tirreno. A subire maggiormente gli ulteriori effetti del maltempo saranno probabilmente le regioni centro-meridionali, con precipitazioni diffuse anche temporalesche. Si andrà nel frattempo un po’ a stemperare il freddo per l’attenuazione dei contributi freddi d’estrazione polare, con la neve lungo l’Appennino che cadrà solo a quote superiori ai 1200/1400 metri. La ritornante perturbata occlusa coinvolgerà in parte anche il Nord, soprattutto giovedì l’Emilia Romagna, la Liguria ed il Basso Piemonte, con precipitazioni che potranno risultare particolarmente copiose sui versanti a ridosso dei rilievi appenninici esposti alla circolazione da est-nord/est. In questo caso potranno cadere nevicate abbondanti a quote più basse, con probabili sconfinamenti che potranno spingersi a tratti anche fino attorno ai 600-700 metri sul cuneese.
MALTEMPO DURO A MORIRE – L’evoluzione per la seconda parte della settimana non promette di guarire facilmente: l’area ciclonica rimarrà intrappolata sul Mediterraneo Centrale, con un anticiclone che invece si consoliderà sul comparto scandinavo. Questa situazione depone per un’insistenza delle condizioni meteo instabili sull’Italia, anche se l’evoluzione dovrebbe propendere per un miglioramento, forse solo temporaneo, nel week-end.