La nuova ricerca, pubblicata Venerdì 14 Settembre, spiega come il sistema denominato ‘high-top’ è diverso dai precedenti, in quanto tiene conto dei ben noti improvvisi riscaldamenti stratosferici (SSWs), un fenomeno che è dimostrato essere uno dei responsabili delle eccezionali ondate di gelo.
Quando su verifica un improvviso riscaldamento stratosferico, i venti occidentali che soffiano tra 10 e 50 km di altitudine, si invertono e si generando una risposta che spesso può propagarsi fino alla superficie terrestre nell’arco di poche settimane. “Il processo riduce la circolazione mite occidentale, che convoglia l’aria mite atlantica verso l’Europa settentrione. Al contrario, si registra un’accentuazione del freddo proveniente da est, con temperature estremamente basse e furiose bufere di neve”, dichiara uno degli autori.
Il modello, chiamato “GloSea4”, utilizza una simulazione computerizzata dei venti, dell’umidità e delle temperature su una griglia con spaziatura verticale di 150 chilometri dalla superficie fin oltre la stratosfera, ed è per questo motivo che è in grado di rappresentare in modo più realistico un eventuale repentino riscaldamento.
A questo punto sarà estremamente interessante capire se il Modello Elaborato dagli studiosi Britannici sarà in grado di prevedere, con discreto anticipo, eventuali ondate di gelo. E sarà altrettanto interessante stabilire se effettivamente gli inverni europei stanno davvero diventando più freddi.