San Silvestro salvo:
il periodo Natalizio ha visto instaurarsi un regime anticiclonico prevalente, derivante dall’autentico scossone barico che ha scosso l’atmosfera dell’emisfero boreale. La mancanza di adeguata attività ciclonica in sede canadese, riconducibile ad un pregresso riscaldamento troposferico, ha fatto sì che l’Alta Pressione potesse guadagnare terreno verso ovest. Dopo aver latitato in Atlantico nella prima metà di dicembre, eccola riaffacciarsi sull’Europa occidentale e nel Mediterraneo. L’alta protettrice orientale fornisce condizioni meteorologiche decisamente stabili sin sull’Italia. Stabilità che terminerà presto, ma che almeno consentirà ai milioni d’italiani che si riverseranno in piazza di accogliere il nuovo anno senza l’ombrello.
Il 2013 inizierà col maltempo:
le maglie anticicloniche stanno per allentarsi, così facendo consentiranno alla prima perturbazione del nuovo anno di gettarsi nel Mediterraneo. Aria relativamente fredda affluirà dalla Valle del Rodano, scavando una depressione tra il Mar Ligure e il Mare di Corsica. L’area ciclonica scivolerà rapidamente verso sud, non verso est bensì ad ovest, incuneandosi nel nord Africa. Vedremo successivamente che il maltempo interesserà l’intero Stivale, ma il quadro termico sarà diverso a seconda dei settori considerati.
L’Anticiclone della Befana:
ci perdonerete per la definizione attribuitagli, ma visto che garantirà condizioni di bel tempo per tutto il prossimo weekend – l’ultimo delle festività – ci sembrava “simpatico” definirlo tale. Gli effetti che produrrà, al contrario, potranno risultare simpatici per molti, tediosi per altri. Considerando che si accompagnerà ad aria piuttosto mite, e dopo aver valutato il suo posizionamento, possiamo affermare che la probabilità del ritorno delle nebbie è alto. Nebbie fitte e persistenti anche durante il giorno, soprattutto in Val Padana. E ovviamente la stagnazione dell’aria determinerà l’accumulo l’ulteriore accumulo di agenti inquinanti.
Si guarda con estremo interesse allo Stratosfera:
ci capita di leggere numerosi commenti di critica, il ché è apprezzabile qualora si rivelassero costruttivi. Consentiteci una critica opposta, verso quei commenti che mancano di spunti d’interesse. Detto ciò, possiamo confermare quanto s’è detto in altri editoriali, alcuni dedicati esclusivamente alle vicende stratosferiche. E’ un discorso che merita le dovute cautele, è vero, ma al momento riteniamo che quanto sta accadendo ai piani alti dell’atmosfera sia un qualcosa destinato a scuotere la stagione. L’inverno, forse con la i maiuscola, potrebbe riapparire a metà mese ed avere ripercussioni di lunga durata.
Il Vortice Polare esploderà?:
Anzitutto vi forniamo un piccolo sunto di cosa sta accadendo. Le temperature stratosferiche al di sopra della Siberia stanno aumentando. Un rialzo repentino, violento, che gradualmente si propagherà verso il Pacifico fino al limite della Tropopausa. Il Vortice Polare Stratosferico sarà costretto ad un’altra migrazione, sbilanciandosi verso il Canada. Il calore introdotto in stratosfera potrebbe propagarsi alle quote inferiori – alla troposfera – innescando quello che in gergo viene definito Major Midwinter Warming. Le ultime emissioni modellistiche indicano la ripartenza della wave 2, o semplicemente un innesco anticiclonico atlantico in grado di spingersi sino al Polo. La sinergia tra le 2 wave (la 1 è quella Pacifica, riconducibile all’Anticiclone delle Aleutine) potrebbe spaccare il Vortice Polare in 2 o più lobi. Uno, probabilmente, interesserà il nord America, l’altro si posizionerà in Siberia e con moto retrogrado potrebbe penetrare in Europa.
I risvolti:
Si è parlato, in altra sede, dell’importanza dell’asse d’inclinazione dei lobi. Aspetto fondamentale per comprendere se, una volta realizzata la dinamica, quello siberiano sarà in grado di espandersi sin sul Mediterraneo. Le ultime proiezioni modellistiche sembrano dirci che sì, potrebbe spingersi così tanto ad ovest da interessarci direttamente. Il ché, tradotto in soldoni, vorrebbe dire un’ondata di gelo potenzialmente eccezionale.
Focus: evoluzione sino al 13 gennaio 2013
Frattanto concentriamoci sull’evoluzione attuale, perché come detto il 2013 comincerà all’insegna del maltempo. Maltempo indotto da una rapida perturbazione atlantica, che causerà piogge localmente abbondanti e persino nevicate a bassissima quota nelle regioni settentrionali. Lo strappo verrà ricucito rapidamente dal ritorno dell’Alta delle Azzorre, che nella calza della Befana inserirà condizioni di stabilità
L’invadenza anticiclonica potrebbe protrarsi sino a metà mese, esaltando gli effetti negativi della stasi atmosferica. Oltre a temperature superiori alla norma su gran parte del Paese, assisteremo all’intensificazione delle nebbie e dello smog nelle pianure del nord. Nebbie persistenti anche nelle ore centrali e così facendo contribuiranno a mantenere la colonnina di mercurio su valori tipicamente invernali.
Evoluzione sino al 18 gennaio 2013
Le grandi manovre stratosferiche potrebbero manifestarsi da metà mese in poi, quando una possente ondata d’aria gelida Polare andrebbe alla conquista dell’Europa. Per ora, giusto ribadirlo, è uno dei possibili scenari. Ma è altrettanto corretto sottolineare che più passano i giorni e più salgono le quotazioni.
In conclusione.
Lo stop invernale potrebbe rivelarsi una cura rigenerante, perché se davvero dovessero andare in porto le manovre descritte, si rischia che la stagione esploda improvvisamente.