La tregua, se tale la si può definire, volge al termine. Vi abbiamo già ragguagliato sul posizionamento della nuova perturbazione, ormai alle porte delle regioni occidentali. Anche stavolta verrà dal nord Atlantico, ciò significa che verrà alimentata da un po’ d’aria fredda proveniente da latitudini settentrionali. Vi saranno piogge, temporali, grandinate e nevicate.
La situazione rimarrà compromessa nelle regioni Adriatiche e al Sud, mentre per quel che concerne il Nord Italia sembrerebbe potersi affacciarsi una propaggine anticiclonica che darà modo al tempo di migliorare con decisione. Tuttavia vi sono ancora delle incognite, sulle quali ci soffermeremo in occasione dell’editoriale a lungo termine.
Il tempo martedì 4 marzo
Come detto ci aspettiamo condizioni di maltempo diffuso, a tratti particolarmente intenso nelle regioni tirreniche dove non mancherà occasione per temporali a sfondo grandinigeno. Sui rilievi ci aspettiamo ulteriori nevicate, in genere al di sopra degli 800/1000 metri. Neve che sulle Alpi cadrà a quote inferiori, ma sul Nord i fenomeni si manifesteranno essenzialmente in mattinata mentre in seguito ci aspettiamo una graduale attenuazione eccezion fatta per l’Emilia Romagna. I venti soffieranno sostenuti dai quadranti occidentali e non sono da escludere locali mareggiate nelle coste esposte delle tirreniche.
Mercoledì 5 marzo
Al Nord subentrerà un ulteriore miglioramento e dovrebbero prevalere cieli sereni o poco nuvolosi salvo locali annuvolamenti su crinali alpini. Altrove insisteranno condizioni d’instabilità, più insistente al Sud e nelle due Isole Maggiori. Ci aspettiamo piogge, qualche temporale ed ulteriore nevicate sui rilievi mediamente oltre i 1000 metri. I venti si orienteranno gradualmente dai quadranti settentrionali, dal pomeriggio fenomeni in attenuazione anche su gran parte del Centro Italia.
Da giovedì tempo dai due volti
L’isolamento di una struttura perturbata a ridosso dello Ionio potrebbe determinare ulteriore instabilità nelle regioni del medio-basso versante Adriatico e al Sud, mentre nel resto d’Italia prevediamo un miglioramento indotto dall’espansione di una propaggine dell’Alta delle Azzorre.