Ultimi sprazzi anticiclonici:
il dominio anticiclonico, prima azzorriano ora africano, è giunto al culmine. La staticità atmosferica si ripercuote nelle condizioni meteo osservabili in molte regioni d’Italia: nebbie e nubi basse rendono le giornate comunque invernali. Laddove c’è il sole, ad esempio su adriatiche e ioniche, il tempo è davvero poco consono al periodo: il clima è mite, soprattutto in montagna.
Anomalie termiche senza sosta:
negli ultimi giorni, inutile dirlo, abbiamo registrato temperature ben superiori alle medie stagionali. L’anomalia positiva è rilevante, soprattutto su alture e rilievi esenti da nebbie e nubi basse. In alcuni casi parliamo di oltre 10°C al di sopra della norma, il che si ripercuote pesantemente sull’avvio della stagione sciistica. C’è poca neve, le precipitazioni scarseggiano e necessariamente si deve ricorrere all’innevamento artificiale – laddove le temperature lo consentono. Dicevamo di nebbie e foschie. Il fenomeno riesce a smorzare parzialmente la risalita termica diurna e come detto vi sono varie città della Val Padana che mantengono condizioni climatiche invernali anche in presenza di un possente Anticiclone.
Dal caldo al freddo:
dicevamo di anomalie termiche senza sosta. Dal caldo, o comunque dai tepori primaverili, passeremo in men che non si dica al pieno inverno. Avremo un tracollo delle temperature fin dalla giornata del 26 dicembre, coi venti da nord che porteranno l’aria fredda direttamente dall’Artico. Ma più che la prima, potrebbe essere la seconda irruzione a sconquassare i termometri. I modelli stanno dipingendo gelidi scenari a cavallo tra fine 2014 e inizio 2015, un periodo durante il quale le temperature potrebbero attestarsi ben al di sotto della norma (addirittura anche di 8-10°C in varie parti d’Italia).
Le dinamiche bariche:
durante l’editoriale precedente, quello di lunedì, ipotizzammo una dinamica invernale consolidata: elevazione dell’Alta delle Azzorre, piegamento verso nordest e rientro di un nucleo gelido continentale in moto retrogrado. In quell’occasione si trattò di elucubrazioni dettate dall’esperienza professionale maturata in anni ed anni di analisi modellistiche. Ad oggi, dopo aver osservato i principali modelli previsionali, tale ipotesi sembra potersi realizzare catapultandoci in un periodo davvero freddo – o addirittura gelido – di media durata.
Probabilità elevate:
non abbiamo la certezza matematica, questo è vero, ma possiamo dirvi che la dinamica succitata ha un’elevata probabilità di realizzazione. Gli elementi che dovremo valutare nei prossimi giorni sono essenzialmente due: tenuta e posizionamento del blocco atlantico. Evidentemente qualora il blocco dovesse spingersi più ad est, il nucleo gelido avrebbe meno possibilità di influenzarci. Ma potrebbe anche strutturarsi un po’ più ad ovest ed allora a quel punto avverrebbe un coinvolgimento dell’intera Penisola, con maltempo e nevicate diffuse. Infine, non meno importante, dovremo capire se effettivamente andrà a strutturarsi il connubio tra l’Alta oceanica e la russo-scandinava.
Focus: evoluzione sino al 06 gennaio 2015
La giornata di Natale proporrà condizioni di tempo sostanzialmente stabile, ma il sole splenderà quasi esclusivamente nelle regioni adriatiche e ioniche. Altrove ancora tantissime nebbie e nubi basse. Per Santo Stefano confermiamo un brusco cambiamento, con ingresso di venti freddi settentrionali, temperature in rapido e brusco calo, un peggioramento su Adriatiche e al Sud con prime nevicate a quote collinari. Seguirà una fase transitoria con maltempo tra sabato e domenica che potrebbe sfociare nelle prime nevicate in Val Padana.
Successivamente ecco realizzarsi l’ondata di gelo, che a livello termico dovrebbe avere effetti rilevanti su tutte le nostre regioni ma che sotto l’aspetto precipitativo potrebbe coinvolgere principalmente le regioni orientali. Molto dipenderà, come detto, dal posizionamento del blocco anticiclonico ad ovest.
Evoluzione sino al 11 gennaio 2015
Il gelo dovrebbe smorzarsi fin dall’Epifania, lasciando strada presumibilmente ad un ritorno delle correnti relativamente più miti di origine atlantica.
In conclusione.
Insomma, l’inverno ha deciso di pigiare sull’acceleratore senza alcun preavviso, lasciando di stucco anche i più attenti previsori.