Alta Pressione agli sgoccioli:
potrebbe essere la resa definitiva, ma non è detto. Per il momento è bene accontentarsi di una debole perturbazione nord Atlantica che andrà a indebolirne la struttura. Quanto basta a far sì che qualche pioggia venga a ripulire l’aria e il ché, di questi tempi, non è certo una cattiva notizia.
L’influenza del Vortice Polare:
è da più di 10 giorni che si ipotizza un’accelerazione del Vortice. I vari indici climatici ne indicavano un ricompattamento, con parziale estensione in direzione sud. Gli effetti sono più evidenti tra il Regno Unito e le Isole Britanniche, ove da diversi giorni spirano venti furiosi accompagnandosi a piogge e temporali. Non mancano danni e disagi e le situazione non sembra destinata a migliorare perlomeno nel breve termine. La perturbazione nord atlantica succitata sarà un surrogato delle varie depressioni presenti alle alte latitudini.
Preludio ad un più intenso peggioramento?:
Il primo affondo, è appurato, avrà effetti blandi e limitati ad alcune delle nostre regioni. Il secondo, invece, potrebbe interessarci più direttamente ed aprire le porte per la prima irruzione Artica della stagione.
Tutti i tasselli al posto giusto:
al momento il Vortice Polare è così forte che sta schiacciando l’Alta delle Azzorre sui paralleli. L’Anticiclone è ubicato in Atlantico ed una sua propaggine si estende sull’Europa occidentale. Ma non appena l’azione ciclonica polare mollerà la presa, si aprirà un varco verso nord dentro il quale potrebbe infilarsi la struttura alto pressoria.
Ecco le ipotesi:
è corretto sottolineare che i due tra i più autorevoli Modelli, GFS e ECMWF, propongono soluzioni differenti. Il Centro di Calcolo Americano ipotizza una discesa Artica alle nostre latitudini quale frutto di un blocco anticiclonico oceanico disteso verso la Groenlandia. Il Modello Europeo, invece, propende per un affondo Artico in pieno Atlantico e conseguente risposta anticiclonica – di natura subtropicale – verso le nostre regioni. Soluzioni entrambe plausibili, che dipendono ovviamente dalle mosse del Vortice Polare.
Focus: evoluzione sino al 13 dicembre 2011
I primi cenni di cambiamento si avranno domani. Venti umidi di Libeccio raggiungeranno il Mar Ligure e l’alto Tirreno, trasportando nubi minacciose alle quali si assoceranno delle piogge tra Liguria e Toscana. Nei due giorni successivi l’influenza perturbata – pur dirigendosi sul nord Africa – sarà maggiore. Le piogge, seppur deboli e sparse, si estenderanno su altre regioni del Nord e nelle Centrali Tirreniche. Soltanto occasionalmente interesseranno le Isole Maggiori e la Calabria.
Ma come detto, potrebbe essere il preludio ad un peggioramento più incisivo agli inizi della prossima settimana. Stavolta la perturbazione nord Atlantica potrebbe penetrare direttamente sull’Italia, seguita da aria decisamente più fresca dai quadranti settentrionali. Le temperature calerebbero, portandosi verso la normalità, e la neve farebbe la sua comparsa sui rilievi. Qualora dovesse verificarsi l’irruzione Artica, l’evoluzione descritta farebbe da apripista. A cavallo dell’Immacolata si instaurerebbe una circolazione fredda e instabile, che andrebbe a generare nevicate a quote localmente medio-basse.
Evoluzione sino al 18 dicembre 2011
A prescindere dalla tesi prevalente, dopo metà mese dovrebbe realizzarsi una decelerazione del Vortice Polare e la probabilità che qualche incursione fredda venga a trovarci cresceranno.
In conclusione.
Forse è davvero giunto il momento di voltar pagina. L’Inverno, dal punto di vista meteorologico, debutterà domani e ci sta che la circolazione subisca importanti modifiche. L’Autunno, tra poche goiei e molti dolori, dovrà abdicare.