Atlantico e Africa… chi tra i due è il più sfacciato? Difficile darvi una risposta. Forse, per non far torto a nessuno, entrambi. Nell’ultimo mese hanno sottoposto l’Italia ad una spocchiosa alternanza, il cui risultato è quello degli eccessi. Eccessi termici, eccessi precipitativi, eccessi nei danni. Potremmo dilungarci elencandovi tutta la serie di disagi, se non addirittura disastri, avvenuti per colpa dei temporali. Non temporali qualsiasi, ma vere e proprie cannonate composte da fulmini, tuoni spaventosi, grandine e colpi di vento.
Se ci seguite saprete che la causa scatenante non è altro che l’accumulo d’aria caldo-umida nei bassi strati. Bastano pochi spifferi d’aria fresca, più pesante, affinché si generino celle temporalesche viste di rado. A volte sono così ampie e cattive da poter essere considerate a pieno titolo “super-celle”. Chi sperava nell’azione benevola dell’Alta Pressione Azzorriana resterà deluso. Anche quest’anno sembra non aver alcuna intenzione di farsi viva. Preferisci rimanersene in Atlantico, a prendersi il fresco, e lasciare che il Mediterraneo sia graffiato dagli artigli del suo fratellastro: l’Africano.
Ma l’Atlantico, ancora una volta, porrà fine alle varie tribolazioni. Guardando i modelli, per come si muovono le strutture bariche, sembra d’esser in Primavera. Dominano gli scambi meridiani, ma siamo in Estate e non dovrebbero esserci. Potessimo cambieremmo le cose, ma essendo dei semplici osservatori siamo assolutamente inermi e tocca prendersi quel che passa il convento.
Ecco quindi che se oggi, ad esempio, sentiremo parlare delle regioni Settentrionali per via dei violentissimi temporali non dovremo stupirci. Idem se verranno nominate le parole “grandine, trombe d’aria o nubifragi”. Rientra tutto nella normalità dell’eccezionalità! Ovvio che dopo l’afa Padana, le iniezioni d’aria fresca causino manifestazioni precipitative estreme. Fortunatamente nei prossimi giorni avverrà un progressivo raffreddamento e parte del surplus termico verrà dissipato.
Avrete colto, tra le righe, il concetto di raffreddamento. Ebbene sì, le proiezioni odierne non fanno altro che percorrere il cammino tracciato in precedenza. L’opera erosiva esercitata dalle perturbazioni atlantiche si tradurrà prima in una generale flessione delle temperature, poi in un generale peggioramento. La prima fase, che dovrebbe traghettarci a domenica, vedrà penalizzate maggiormente le regioni Settentrionali. Ed all’interno del Nord, le più soggette a precipitazioni saranno quelle del Triveneto.
Giovedì, per esempio, sul Trentino Alto Adige, in Veneto e sul Friuli vi saranno altri intensi temporali. Più ad ovest si apriranno importanti schiarite, anche perché dalle Alpi calerà un po’ d’aria fresca e secca. Qualche residuo acquazzone coinvolgerà la parte orientale della Lombardia. Nel resto d’Italia arriveranno, finalmente, i venti occidentali.
Il finalmente non va bene per quelle zone soggette all’effetto favonico indotto dall’Appennino, quindi per le parti ioniche e adriatiche. Tanto che tra Puglia e Lucania la colonnina di mercurio potrebbe varcare i 40 gradi. Gran caldo anche su Marche, Abruzzo, Molise e nella Sicilia orientale, mentre in Sardegna, Toscana, Umbria e Lazio si registrerà una diminuzione termica importante.
Venerdì avverranno pochissimi cambiamenti in termini precipitativi, salvo qualche rovescio anche sul versante orientale Ligure, mentre il fronte termico varierà ulteriormente proponendo una diminuzione al Sud e Sicilia. Da sabato, invece, l’avvicinamento di un’ampia area perturbata atlantica innescherà un richiamo d’aria umida e mite dai quadranti meridionali. Ma mentre al Centro Sud e nelle Isole ci sarà il sole, al Nord il tempo sarà variabile e potrà esserci qualche temporale.
Da domenica la saccatura dovrebbe aprirsi un varco verso il Mediterraneo, causando un peggioramento prima al Nord e nei primi giorni settimanali nel resto d’Italia. E’ importante sottolineare che l’area perturbata verrà alimentata da correnti particolarmente fresche tali da indurre un corposo calo termico. Tanto che le temperature potrebbero attestarsi, pensate, su valori al di sotto della norma.