Siamo nel pieno di un ciclo che vede le temperature del Nord Atlantico nettamente superiori alla norma.
I dati Unisys indicano valori termici di circa +3,3°C superiori alla normalità di questo periodo per le temperature superficiali dell’Atlantico Settentrionale, mentre le più particolareggiate mappe del NOAA estendono questa anomalia fino ad oltre 4°C.
La AMO, Altantic Multidecadal Oscillation, rappresenta una variazione periodica di tali temperature, su cicli di lunga durata che alternano riscaldamenti e raffreddamenti di vaste superfici oceaniche pose, appunto, nel cuore dell’Atlantico Settentrionale.
Si stima che questi periodi abbiano durata di 30-40 anni, anche se sono stati scoperti solo nell’ultimo Secolo, quando erano disponibili rilevazioni termiche sistematiche ed attendibili.
La AMO sarebbe stata negativa dai primi del Novecento al 1925, per poi diventare positiva tra il 1930 ed il 1965, ridiventando negativa fino al 1996, per poi ritornare fortemente positiva in questi anni Duemila.
Evidente la sua influenza sul clima in campo europeo, in quanto le correnti occidentali prevalenti possono portare aria più mite e carica d’umidità sul nostro Continente nel caso le temperature oceaniche siano più elevate.
In particolare la media delle temperature oceaniche degli anni Duemila, caratterizzati da inverni europei particolarmente miti, sono state molto elevate, rendendo verosimile una correlazione tra i due eventi.
E così sembra che inizino a pensarla anche i modelli di previsione a carattere stagionale.
Tali modelli, infatti, sono dipendenti dalle anomalie termiche oceaniche, supponendo, su base statistica, la prevalenza di certi tipi di circolazione atmosferica legati a tali anomalie.
La presenza attuale di elevatissime temperature sulla superficie Nord Atlantica sta, con tutta probabilità, “trascinando” il modello di previsione stagionale statunitense CFS nella direzione di un inverno 2008-09 molto mite in campo europeo, ed anche piuttosto secco in ambito mediterraneo, in quanto le fasi fortemente positive della AMO sono statisticamente legate a questo tipo di tempo invernale.
Si tratta, ovviamente, di un tipo di previsione basato sulla persistenza delle temperature oceaniche al livello attuale (esse possono anche cambiare nei prossimi mesi), tuttavia si tratta di un bel mutamento dopo aver insistito per parecchi run su previsioni invernali piuttosto fredde.
Tuttavia, sappiamo che questo tipo di previsione è ancora allo stato sperimentale, e non è del tutto affidabile.
Per gli amanti del freddo e della neve, dunque, non è ancora tutto perduto, anche se queste prime proiezioni matematiche non promettono niente di buono.
Da notare, comunque, che i modelli oceanici sono concordi nel mostrare l’arrivo di una Nina piuttosto consistente, tra Gennaio ed Aprile, situazione che spesso è associata a condizioni di scarse precipitazioni sulle nostre Regioni settentrionali.