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Inverno alla riconquista dell’Europa e dell’Italia

di Ivan Gaddari
07 Gen 2013 - 14:34
in freddo, gelo, inverno, maltempo, meteo in peggioramento, neve bassa quota, nevicate, Previsioni Meteo, Previsioni Meteo Lungo Termine, stratosfera, stratwarming, vortice polare
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inverno alla riconquista europa e italia 25976 1 1 - Inverno alla riconquista dell'Europa e dell'Italia
Anticiclone coi giorni contati:
abbiamo raggiunto il top del periodo anticiclonico, iniziato la scorsa settimana e destinato a terminare a metà dell’attuale. L’influenza, sotto l’aspetto termico, è stata limitata alle regioni di ponente dall’irruzione gelida che sta interessando le Nazioni dell’Europa orientali. Un po’ d’aria fredda continua ad affluire all’estremo sud e le temperature si mantengono sostanzialmente in linea con le medie stagionali. La netta contrapposizione tra il regime anticiclonico e il regime siberiano ha creato i presupposti per le sostenuta ventilazione settentrionale delle ultime 48 ore. Le barriere orografiche, rappresentate sui rilievi, hanno determinato effetti termici differenti a seconda dell’esposizione. Al nord, ovest in particolare, i 20 e più gradi registrati in alcune città derivano ad esempio dal foehn disceso dalle Alpi. Al contrario, il contenimento termico in atto su meridione e medio basso versante adriatico è riconducibile alla mancanza di un’adeguata protezione contro i venti di Grecale e Tramontana.

Prime insidie a metà settimana:
il cambio circolatorio arriverà da ovest, quindi dall’Atlantico. Sarà riconducibile all’intensa attività ciclonica messa in piedi dal Ciclone Canadese, lo stesso responsabile della possente rimonta anticiclonica. Si evince, quindi, un differente impianto barico, i cui effetti andranno valutati con estrema attenzione. L’inserimento d’aria umida andrà a spezzare la struttura anticiclonica in due tronconi: uno resterà imbrigliato in Scandinavia, l’altro verrà ricacciato in Atlantico. Nel corridoio, almeno inizialmente, andranno ad inserirsi quegli impulsi instabili responsabili di un blando peggioramento nelle regioni tirreniche.

La stratosfera:
l’argomento è stato ampiamente trattato nei precedenti editoriali, rimarcando l’eccezionalità del riscaldamento stratosferico verificatosi sul comparto siberiano e propagatosi verso il Pacifico. Le conseguenze le sapete, ovvero una dislocazione del Vortice Polare Stratosferico al di fuori del Polo geografico. Il successivo apporto d’aria calda proveniente dall’Atlantico dovrebbe innescare la rottura dell’intera struttura ciclonica, ma resta da comprendere quanto e come l’intero processo sarà capace di ripercuotersi ai piani inferiori (troposfera).

Gelo da est:
il primo, evidente effetto dello sconquasso barico si manifesterà tra qualche giorno. Perché se è vero che il tempo cambierà da ovest, è altrettanto vero che l’isolamento della struttura altopressoria scandinava determinerà lo scivolamento di un nucleo gelido nel cuore dell’Europa. Ora, sino a qualche giorno fa i modelli ipotizzavano un blocco atlantico imponente, con ingresso dell’aria gelida nel Mediterraneo. Da ieri, al contrario, non sembrano credere nella tenuta altopressoria con conseguente allontanamento del Vortice verso ovest.

L’importanza del blocco atlantico:
ciò che i modelli non riescono a cogliere, almeno sinora, è la spinta di quella che in gergo si definisce wave2. L’onda stabilizzante a carico dell’Alta Pressione oceanica, per capirci. Eppure alcuni elementi sembrano indicare una certa vivacità, tant’è che potrebbe affermarsi in un secondo momento sospingendo una parte del freddo verso l’Italia. L’ingresso avverrebbe dalla Valle del Rodano, con maggior coinvolgimento delle regioni centro settentrionali.

Probabile una fase gelida prolungata:
le dinamiche stratosferiche continuano a rivelarsi sorprendenti, ragion per cui crediamo che quanto ipotizzato nello scorso editoriale, sia da ritenersi ipotesi altamente probabile. Le ripercussioni del nuovo pattern circolatorio – il Vortice Polare rischierebbe di non riprendersi sino a fine stagione – potrebbero accompagnarci ben oltre la metà di febbraio.

Focus: evoluzione sino al 20 gennaio 2013
Il periodo di stabilità terminerà gradualmente nei prossimi giorni, quando da ovest giungerà dell’aria umida e instabile di natura atlantica. Le ripercussioni, in termini di precipitazioni, si avranno principalmente nelle regioni tirreniche. Altrove nubi a sprazzi, ulteriori banchi di nebbia continueranno ad interessare la Val Padana e le vallate appenniniche centro settentrionali.

Da metà mese assisteremo ad un graduale calo delle temperature, per effetto dell’aria fredda proveniente dalla Francia. Il tutto potrebbe essere accompagnato da un peggioramento nelle regioni centro settentrionali e dal ritorno della neve a bassa quota. Non è da escludere la formazione di un’area ciclonica, con espansione del maltempo verso sud.

Evoluzione sino al 25 gennaio 2013
Al momento è difficile ipotizzare come evolverà la situazione. Le code dei modelli, come siamo soliti definirle, ipotizzano scenari d’ogni tipo. Dando credito ai vari pattern climatici, crediamo che l’inverno continuerà ad accrescersi sfruttando probabilmente l’espansione dell’Alta Russo-Siberiana verso ovest.

In conclusione.
Ci sentiamo di dissentire profondamente verso tutti coloro che affermano, senza alcuna spiegazione scientifica, il termine anticipato dell’inverno. Molta strada dovrà essere percorsa ed è difficile credere che si arrivi al capolinea senza colpo ferire.

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