Stop all’Atlantico, strada spianata all’Artico:
l’ultima perturbazione atlantica di una lunga serie sta attualmente interessando le nostre regioni. Si verrà a scavare una lacuna barica molto ampia, che lentamente acquisirà parte dell’aria gelida diretta sull’Europa centro occidentale. Tutto ciò determinerà una persistenza dell’instabilità nei giorni a venire.
Temperature in forte calo, il clima diverrà invernale:
l’Italia Settentrionale sarà senz’altro il settore che subirà i maggiori effetti dell’irruzione artica. Le temperature caleranno prepotentemente, soprattutto le minime. Compariranno le prime, estese gelate in Val Padana. La flessione si propagherà gradualmente all’intero Stivale e l’insistente instabilità nelle regioni del Centro Sud potrebbe generare precipitazioni nevose sui rilievi appenninici. A che quota? Nelle zone settentrionali nevicherà probabilmente al di sopra dei 1000 m, in quelle centro meridionali dai 100/1200 m in su.
Complicanze atlantiche:
il corridoio d’aria gelida si insinuerà sull’Europa occidentale, ma rispetto alle emissioni modellistiche passate si evince una maggiore difficoltà nel propagarsi all’Atlantico portoghese. Ciò significa che quell’azione erosiva che avrebbe determinato lo sgretolamento del muro anticiclonico mostrerà dei tentennamenti. Ciò nonostante potrebbe realizzarsi un richiamo d’aria più mite verso le aree centro meridionali peninsulari ed oltre ad un addolcimento del clima si osserverebbe un rinvigorimento dell’instabilità.
E l’Italia?:
Probabilmente farà freddo anche da noi e l’aria fredda verrà richiamata da una complessa area ciclonica che andrà a formarsi tra le regioni Settentrionali e la Polonia. Il Nord Italia probabilmente registrerà una flessione termica maggiore, ma c’è un però. Sembra che il canale Artico vada a scavare una lacuna barica verso la Francia, dirigendosi pian piano sull’Atlantico. Non è da escludere, quindi, che un po’ della massa fredda riesca a raggiungerci dalla Valle del Rodano, propagandosi su gran parte della Penisola.
Un secondo impulso Artico a inizio Dicembre?:
Quel che emerge dall’osservazione dei Modelli è la possibile formazione di un’ampia figura ciclonica a ridosso della Penisola. Qualora dovesse prevalere tale ipotesi, il sistema depressionario potrebbe traslare verso est e nel suo movimento richiamare altra aria Artica dall’Europa centro occidentale. Ipotesi, sì, ma non trascurabile. Anche perché considerata dai più autorevoli Centri di Calcolo.
Focus: il tempo sino al 05 dicembre 2010
La settimana sarà condizionata da una persistente instabilità, in particolare nelle regioni Centrali e sui versanti tirrenici del Sud Italia. Frattanto inizierà a fluire aria fredda al Settentrione e pian piano si propagherà in direzione sud innescando un generale e significativo calo termico. Compariranno le nevicate sui rilievi appenninici, a quote relativamente basse. A ridosso del fine settimana un parziale peggioramento potrebbe coinvolgere il Nord Italia e se ciò venisse confermato significherebbe avere le prime nevicate a bassissima quota.
Agli inizi di Dicembre potrebbe verificarsi un più efficace peggioramento, legato all’ingresso di un complesso sistema ciclonico alimentato da aria fredda Artica. Le condizioni meteo sarebbero prettamente invernali su gran parte del territorio e cadrebbero, se così fosse, ulteriori nevicate. Sino a bassa quota nei principali comprensori montani dell’Italia Centro Settentrionale.
Evoluzione sino al 10 dicembre 2010
Scenari invernali che potrebbero caratterizzare la prima decade di Dicembre e la causa sarebbe imputabile ad un vasto lago d’aria fredda sul Continente Europeo.
In conclusione.
Dopo l’Autunno è l’ora dell’Inverno. Un Inverno che pare voler accelerare proprio a ridosso dell’avvio stagionale. Non scordiamoci che la stagione comincerà ufficialmente il prossimi 1 Dicembre.