Anticipo primaverile:
era prevedibile, considerando la natura anticiclonica. Ma che si raggiungessero certi valori, davvero impressionanti, non era plausibile. Certo, negli ultimi anni ci siamo abituati a convivere con anomalie termiche talvolta imponenti e forse non dovremo stupirci. Ma che a febbraio, comunque ancora in inverno, si potessero superare addirittura i 25°C non ci sta. Una mano in tal senso è giunta dalla particolare conformazione orografica del nostro Paese, che espone le nostre regioni ad effetti termici rilevanti a seconda dei venti dominanti. Alpi e Appennino, in tal senso, rivestono un ruolo primario.
Le cause:
se vogliamo, la colpa è dell’Atlantico. In che modo? Beh, la depressione fredda che ha coinvolto la Penisola Iberica – sfociando successivamente sul Nord Africa – è notoriamente responsabile delle rimonte anticicloniche africane. Dopodiché, come accennato pocanzi, la ventilazione meridionale è andata a supportare la rimonta caldo-umida subtropicale. L’effetto favonico indotto dal Libeccio ha fatto sì che sulle Adriatiche e sulle Ioniche si potessero raggiungere valori termici tipici della primavera inoltrata.
Remake Atlantico:
affrontata la parentesi anticiclonica, che peraltro è risultata meno incisiva nelle regioni settentrionali, osserviamo con grande attenzione le vicende atlantiche perché a detta dei Modelli avremo nuovamente a che fare con le perturbazioni provenienti da ovest. La situazione è destinata a mutare già nel breve termine, col ritorno dell’instabilità anche laddove l’Alta Africana ha prodotto i “danni maggiori”.
Brusco calo termico:
le temperature, dopo essere schizzate verso l’alto, caleranno con decisione. Sarà un calo notevole, ma ovviamente non dobbiamo scordarci della situazione attuale. Un calo che localmente potrebbe superare i 10°C, soglia necessaria a far sì che sulla stragrande maggioranza delle nostre regioni si rientri nelle medie stagionali. E proprio a causa delle alte temperature pregresse, oltre al vento settentrionale, la sensazione di freddo sarà maggiore.
Più freddo a fine mese?:
Ultimamente abbiamo dedicato ampio spazio alle dinamiche che governano i passaggi di stagione, sottolineando la maggiore dinamicità atmosferica nei periodi transitori. Quelli che in gergo definiamo “scambi meridiani” di calore rappresentano la soluzione ideale, a disposizione della natura, per riequilibrare il gradiente termico venutosi a creare tra l’Artico e l’Equatore. Andrebbe inserito in questo contesto, quindi, il quadro invernale che potrebbe imprimersi su tela a fine mese.
Alta delle Azzorre sui nastri di partenza:
anzitutto v’è necessità di un rallentamento delle velocità zonali, in modo tale che l’Alta delle Azzorre possa spingersi verso nord. Dinamica che sembrerebbe prendere piede a cavallo tra fine febbraio e inizio marzo, con un’ampia saccatura nord atlantica che andrebbe a disporsi sui meridiani ricevendo maggiori contributi freddi provenienti dall’Artico. Dinamica da confermare, sia chiaro, ma qualora si realizzasse uno degli obbiettivi potrebbe essere l’Italia dove si vivrebbe una fase di maltempo di chiaro stampo invernale.
Focus: evoluzione sino al 04 marzo 2014
Il tempo diverrà instabile anche nelle regioni meridionali, specie nelle prossime 48 ore, causa l’influenza della depressione africana in spostamento verso est. Nel frattempo si aprirà nuovamente la breccia atlantica, che convoglierà masse d’aria ben più fresche anche in Italia. Gradualmente si dovrebbe assistere all’inserimento di nuove perturbazioni da ovest, con conseguente peggioramento meteo.
Verso fine mese ecco che un’ampia depressione Atlantica potrebbe insinuarsi nel cuore d’Europa e la concomitante elevazione dell’Alta delle Azzorre andrebbe a richiamare anche correnti d’aria fredda di origine Artica.
Evoluzione sino al 09 marzo 2014
Il mese di marzo potrebbe iniziare all’insegna di condizioni meteo prettamente invernali, decisamente in ritardo sul tabellino di marcia che vedrebbe la primavera meteorologica esordire come non ci si aspetterebbe.
In conclusione.
Difficile parlare di salvataggio dell’inverno in extremis, perché anche qualora dovesse giungere il freddo a fine mese ricorderemo l’attuale stagione come un trimestre assolutamente anonimo.