L’evoluzione generale
Il campo di alta pressione di origine continentale che da giorni interessa Europa centrale e bacino del Mediterraneo, appare come elemento indiscutibilmente preminente in questa fase di pieno inverno. Eppure, come ricordato più volte, le secche di gennaio rappresentano un semplice decorso normale in attesa di scenari differenti dalla terza decade di gennaio in poi.
Una figura barica di blocco, ai cui bordi (orientale ed occidentale) è possibile identificare due vaste figure depressionarie dal cuore freddo: il vortice Canadese ad Ovest ed uno siberiano ad Est. Attori, questi, che col loro moto antiorario attaccano ai fianchi l’alta pressione, con conseguente indebolimento ma non completo smantellamento.
Il tempo previsto in Europa e sull’Italia
Poter delineare una linea di tendenza che rispecchi la visione totale dei principali modelli di previsione è cosa praticamente impossibile. Ogni centro di calcolo propone soluzione differenti, anche se v’è da dire che quello americano pare proporre soluzioni opposte a quanto espresso dai corrispettivi europei.
Alla luce di quanto osservabile nel lungo termine, è importante notare un graduale indebolimento del Vortice canadese, con successivo movimento verso Ovest. Nel contempo pare proseguire senza particolari problemi l’afflusso di aria gelida in direzione della Russia Europea, interessando i Paesi dell’Est e (in prospettiva futura) in avanzamento verso i vicini Balcani.
Ma quale destino attende l’alta pressione di blocco presente sul Centro Europa? Valuterei come interessante il riassorbimento da parte dell’alta delle Azzorre, in leggera spinta dinamica verso Nordest a causa di un’ondulazione in oceano Atlantico ad opera degli spasmi perturbati del Vortice Canadese.
Uno scossone barico che, unito alla probabile comparsa di un forte anticiclone polare, potrebbe liberare il freddo presente sull’Est europeo in direzione Sudovest. Il tutto potrebbe trovare facilitazione nell’impennata dell’anticiclone delle Azzorre, o addirittura trarre beneficio dall’isolamento di una cellula di alta pressione tra Gran Bretagna e Penisola Scandinava in ottemperanza al riassorbimento sopra accennato.
In conclusione
Risulta evidente che quanto abbiamo proposto oggi deriva da una lettura attenta dei principali modelli di previsione, reperendo quelle informazioni necessarie per scrutare i possibili movimenti barici sullo scacchiere continentale. A ciò vanno aggiunti gli importanti segnali che sembrano giungere dai piani alti atmosferici, i cui risultati potrebbero riservare sorprese già nel medio termine.